Ogni giorno la sveglia suona nel cuore della notte nelle verdi campagne di Rive D’Arcano. Alle 3 del mattino si sentono solo pochi rumori: il gorgoglio
della moka del caffè, il fruscio della farina sulle mani, l’intenso macchinare delle impastatrici. Poche ore dopo, un inebriante profumo si sparge
tutt’intorno. Alle 7.30 tutto è pronto per le prime consegne e una seconda moka dà la carica per affrontare il resto della giornata. Al sentore caldo e
fragrante del pane appena sfornato, alle note tostate della sua crosta imbrunita dal legno che arde nel forno, si aggiunge il dolce aroma di torte e
biscotti. Si accendono le luci, si aprono le porte: è tempo di accogliere i clienti.
Ada, Jonathan e Martin non smettono di lavorare mentre mi raccontano la storia del Forno Arcano. Mi viene incontro Ada Pinzano, che nel tempo si è
guadagnata l’appellativo di AdaPan: capelli rossi, fiammanti come il fuoco che arde nei forni, mani grandi, calde, rese forti da impasti massaggiati a
lungo.
Mi racconta di un tempo lontano, il 1988, e di una vera e propria campagna di politica alimentare che lei e suo marito Umberto Midena, assieme a un
gruppo di giovani, conducevano con profonda convinzione, desiderosi di introdurre una nuova concezione di cibo e suggerirne nuovi approcci,
sensibilizzando sulle proprietà nutrizionali di alcuni alimenti, per esempio i cereali e le verdure. Questo modo di pensare, che oggi ci sembra
scontato, all’epoca rappresentava una vera rivoluzione e ha riscosso subito successo perché ha saputo proporsi valorizzando uno degli alimenti più
semplici della nostra tavola, il pane, nobilitandolo con un’intensa attività di ricerca e un grande investimento sulle materie prime. Il Forno Arcano
nasce così, dall’entusiasmo di Ada e Umberto, come espressione avanguardista di una nuova filosofia alimentare.