Il prosciutto schietto come i suoi titolari

di Flavia Virilli, foto di Fabrice Gallina

La visita al prosciuttificio Coradazzi dovrebbe sempre avvenire in una di quelle giornate climaticamente “perfette”, per poter apprezzare il lavoro di mani sapienti e artigiane che aprono le finestre delle sale di stagionatura così da avvolgere ogni cosa con l’inconfondibile profumo che i prosciutti rilasciano nell’ambiente all’abbraccio con la celeberrima aria che si incanala dalle Prealpi Carniche e incontra le correnti che salgono dall’Adriatico, caratterizzando quel microclima unico che rende inconfondibile il San Daniele Dop.

Una donna speciale

In una di quelle giornate, siamo stati negli stabilimenti. La cittadina incastonata nelle colline del Friuli storico era invasa dall’aroma dei prosciutti appesi a stagionare. Ad accoglierci una donna speciale, Teresa, che insieme al fratello Angelo custodisce l’eredità del padre Rino – già di direttore di un noto prosciuttificio – e della mamma Giovanna. 

Fondata nel 1976, proprio nell’anno in cui il Friuli conobbe la terribile distruzione del sisma, questa azienda si collocò da subito in una fascia di nicchia del settore alimentare, puntando a produrre prosciutti di elevatissima qualità nel massimo rispetto della tradizione e di quel “saper fare” che i norcini sandanielesi hanno tramandato di padre in figlio per generazioni.