Corpinnat
es la fuerza.

Federico Cocchetto

Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole coraggio per abbandonare la facile strada già tracciata e seguire una via impervia per affermare la qualità del proprio prodotto. È il coraggio che ha avuto un manipolo di produttori catalani del Penedès, lasciando la già affermata denominazione Cava e dando vita a una nuova identità. L’obiettivo era quello di comunicare al mercato in maniera corretta lo sforzo per valorizzare qualitativamente i propri prodotti, sulla base di un’esperienza nel método tradicional iniziata alla fine del XIX secolo nelle bodegas locali. Mi riferisco al Corpinnat, un marchio collettivo europeo di vignaioli catalani il cui nome deriva dall’accorpamento delle parole “COR”, cuore, PINNAT, in riferimento all’origine del toponimo Penedès, la cui radice etimologica latina è “pinnae” (cioè rocce) e NAT, nato: “Nato nel cuore del Penedès”.


Ma andiamo per ordine: alcune aziende che già utilizzavano tecniche rigorose di vinificazione e di spumantizzazione decisero di lottare per valorizzare i traguardi raggiunti al fine di alzare l’asticella della qualità. Dopo alcuni infruttuosi tentativi di modifica al disciplinare della DO Cava, di cui facevano parte, divenne una scelta obbligata il dover lasciare la denominazione. Fu così che questo gruppo di bodegas diede il via a fine 2017 alla costituzione dell’Associació de Viticultors i Elaboradors Corpinnat (AVEC), che ha la titolarità del marchio collettivo Corpinnat. L’anno zero della fuoriuscita è stato tuttavia il 2019; in breve tempo alle sei aziende costituenti – Gramona, Recaredo, Torelló, Llopart, Sabaté i Coca, Nadal – se ne aggiunsero altre cinque: Can Descregut, Pardas, Júlia Bernet, Mas Candí e Can Feixes. A ottobre 2023 anche Els Bufadors è entrata a far parte del gruppo.