Miglior Sommelier
col vento in poppa.

Emanuele Lavizzari

Questi suoi ultimi mesi sono stati vissuti con il vento in poppa: come potrebbe essere diversamente per chi ha vinto un titolo nazionale a bordo di una nave? Si tratta del successo al concorso “Miglior Sommelier d’Italia - Premio Trentodoc 2023” che Cristian Maitan ha conquistato lo scorso 26 novembre a Genova, o meglio, sulla MSC World Europa, la nuova ammiraglia di MSC Crociere, attraccata al porto del capoluogo ligure. Ventinove anni, della delegazione di Venezia, Cristian è sommelier nel ristorante di famiglia Nuovo Ranch a Ponte di Piave (TV). Ma andiamo con ordine.


Dopo la vittoria del titolo italiano si è aperto per lui un periodo che ha definito “tumultuoso”, ma al tempo stesso ricco di eventi, proposte e stimoli. Lui stesso ha ammesso di essere molto esigente con sé stesso e di mettersi a dura prova, sia fisicamente che mentalmente. Le sue giornate iniziano alle nove del mattino e si concludono dopo mezzanotte, ma i mesi che sta vivendo sono talmente ricchi di gratificazioni e di soddisfazioni che la fatica passa decisamente in secondo piano. Si definisce una persona testarda e sognatrice, soprattutto ostinata perché diversamente non sarebbe giunto fin dove è arrivato. Nel colloquio che abbiamo avuto con lui non ha negato di aver trascorso momenti di scoraggiamento.


Tutti possono vivere situazioni di difficoltà verso il raggiungimento di un obiettivo, così da sensazioni di entusiasmo si può passare a istanti di buio, ma la testardaggine che lo caratterizza l’ha sempre spinto ad andare avanti, sbattendo la testa, con l’idea che prima o poi ce l’avrebbe fatta. Cristian è stato anche sognatore, altrimenti non sarebbe giunto alla conquista del titolo italiano dei sommelier a meno di trent’anni. Essere ora l’Ambasciatore del Trentodoc è per lui una grande responsabilità, ma al tempo stesso rappresenta un onore. “Noi tutti sommelier – ha affermato – siamo comunicatori del territorio.


Questo è un onore a cui attribuisco un gradissimo valore e che affronto comunicando non solo il vino e le sue caratteristiche organolettiche, bensì raccontandolo come un bagaglio di ricchezza che porta con sé storie umane, elementi territoriali, eccellenze gastronomiche e non solo. Questo è uno degli aspetti più affascinanti del mondo del vino. Il Trentodoc è uno dei maggiori rappresentanti di questi valori. Io dico sempre che non è l’uomo che ha plasmato il territorio, ma è il territorio che ha plasmato i viticoltori del Trentodoc”.