I quattro cantoni della Trinacria.

Massimo Zanichelli

La Sicilia del vino è un continente. Tutti pensano che sia piatta, mentre ha il secondo vigneto di montagna dopo l’Alto Adige e il primo di collina di tutta l’Italia.
Antonio Rallo

Isola delle meraviglie, la più grande del Mediterraneo, di cui incarna l’assoluto, la Sicilia è realtà polimorfica dalle infinite ascendenze (fenicie, cartaginesi, greche, romane, bizantine, arabe, normanne, sveve, aragonesi, borboniche), la cui bellezza punteggia città, borghi, campagne. Il vino siciliano, che scandisce con le sue denominazioni il patrimonio storico-artistico della regione, può essere ancora oggi inquadrato dalle tre grandi aree amministrative in auge dal dominio islamico fino al periodo borbonico: la parte nord-occidentale della Val di Mazara, quella meridionale della Val di Noto e quella nord-orientale della Val Dèmone, cui sono da aggiungere come quarto elemento le isole. Il primo nome che mi si è affacciato alla mente come chiave di volta per intraprendere un viaggio lungo questa proteiforme regione è stato Donnafugata, avendo questo celebre nome della moderna enologia siciliana quattro tenute nei “dipartimenti” focali della Trinacria: i tre sopra citati più l’isola di Pantelleria.