Come promesso, eccoci di nuovo qui, pronti a proseguire il viaggio. Se state leggendo, probabilmente ricorderete il nostro approccio, piuttosto insolito, all’esplorazione di vigneti e cantine: lasciamo infatti, come naviganti o avventurieri d’altri tempi, che sia il vino a guidarci in libertà, bramosi di scovare e approfondire nuovi binomi tra gli assaggi che avremo l’opportunità di fare e le profondità degli animi che quei vini li hanno creati e voluti. Nel nostro vagare, c’è però un unico e fondamentale punto fermo: ogni viaggio segue una traiettoria circolare, che è quella che descrive e rappresenta il corrispondente parallelo. Questo modo di muoverci, speriamo possa, infatti, rivelare punti di osservazione mai considerati prima, e siamo curiosi di capire se in qualche modo la circonferenza magica e mistica che definisce un parallelo possa segnare strategie comuni, modi di pensare affini, una sorta di spirito guida condiviso da una parte all’altra del pianeta, al netto delle pur profonde differenze tra tutti gli altri fattori ambientali.
Il primo dei nostri viaggi ha avuto come protagonista il 43° Nord, ovvero quello che è forse il più blasonato e il più autorevole tra i paralleli del vino, e quello al quale la storia vitivinicola italiana deve probabilmente di più. Oggi cambiamo rotta, certi che il modo di viaggiare, assaggiare, investigare che abbiamo scelto continui a regalarci prospettive stupefacenti. Stavolta, l’oggetto della nostra esplorazione è il 39° Parallelo Nord, e il viaggio prende avvio da una realtà particolare, molto conosciuta per altri aspetti, ma della quale raramente si sente parlare in riferimento al vino: si tratta dell’Isola di Maiorca, a pieno titolo nota come “la perla del Mediterraneo”.