in pratica di Chiara Brunato La premiazione a Genova. IL SOMMELIER DI DOMANI Abbiamo chiesto a Cristian Maitan, Miglior Sommelier d’Italia AIS 2023, come vede il futuro del mondo del vino. Tra intelligenza artificiale e nuovi modi di comunicare Uno dei temi caldi degli ultimi mesi è il ruolo sempre più importante dell’intelligenza artificiale in diversi settori, non da ultimo in quello del vino. Se le più moderne tecnologie sono da tempo utilizzate in vigneto, nelle pratiche di campagna e in cantina, il discorso è diverso per l’ultimo tassello della filiera, ovvero il mondo della Sommellerie, dove l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è più recente. Può l’AI sostituirsi alla figura dell’esperto di vino? Potrà ugualmente guidarci nella scelta della bottiglia perfetta? Sarà capace di raccontarci quel vino, il lavoro di chi lo produce e il territorio in cui nasce? Infine i nasi artificiali e i palati elettronici soppianteranno quelli umani? Sono tutti interrogativi che da qualche tempo si pongono gli addetti ai lavori, e che per ora non hanno alcuna risposta certa: c’è chi ci vede un’opportunità, chi invece una minaccia. Abbiamo chiesto a Cristian Maitan, Miglior Sommelier d’Italia AIS 2023 e Miglior Sommelier del Veneto 2018, il suo punto di vista su un tema così tanto dibattuto e sul futuro della professione. Il suo è uno sguardo fiducioso rivolto al domani, dove le nuove tecnologie non sostituiranno il lavoro dell’uomo, ma apriranno piuttosto nuove possibilità. Per quel che riguarda la carta vini, mi immagino che sarà sempre più interattiva e tecnologica, a discapito della carta tradizionale, così come la conosciamo ora. D’altra parte la carta dei vini digitale esiste già da un pezzo, non è di certo una novità recente. Anche la figura del Sommelier ha subito una importante trasformazione negli ultimi decenni: se fino a qualche tempo fa si dedicava principalmente al servizio in sala, ora è sempre più un comunicatore capace di raccontare un vino e il territorio in cui nasce, la cultura e la bellezza di un luogo. Ma la comunicazione del Sommelier è un lavoro costante che non si limita alla sala o agli eventi: la presenza sui social è sempre più un fattore fondamentale. Attraverso uno stile accattivante, con brevi video e pillole che spieghino cosa c’è dentro al calice, si possono dare stimoli migliori, rompere la barriera e dare al pubblico la possibilità di avvicinarsi ad un mondo che spesso è ammantato da un’aura di sacralità. L’approccio deve comunque essere funzionale e puntuale. Cristian, come ti immagini il Sommelier e la carta vini di domani? Quali sono le loro caratteristiche principali?