la verticale CONTRADA SALVARENZA Al Ristorante Vittorio Emanuele di Verona una splendida verticale racconta la scommessa dell’azienda Gini sulla longevità dei Soave nella zona classica di Maria Grazia Melegari Ci sono vini il cui nome evoca immediatamente il genius loci, vale a dire lo spirito del luogo in cui si produce. È il caso del Soave Classico Contrada Salvarenza, che racconta di terre che la famiglia Gini possedeva già nel XVI secolo. Un racconto di integrità agricola e produttiva che attraversa ben quindici generazioni e che la narrazione popolare lega alla leggenda di Renza, una giovinetta che proprio in quel luogo fu tratta in salvo da minacciosi briganti dall’intervento di un nobile cavaliere. Tra storia e leggenda, le vigne del Salvarenza rappresentano senza alcun dubbio qualcosa di unico nel panorama del Soave. “Non abbiamo mai estirpato una sola pianta nei nostri vigneti” raccontano Claudio Gini e la figlia Letizia, mentre presentano ben sette annate del Contrada Salvarenza, storico cru nell’areale del Soave Classico. Siamo a Monteforte d’Alpone, all’interno dell’Unità Geografica Aggiuntiva la Froscà: il Salvarenza è un vigneto unico di circa 4,5 ettari, condotto dalla famiglia Gini dal 1852 e composto da viti ultracentenarie, in parte prefillosseriche.