il decanter di Gianpaolo Breda presidente@aisveneto.it Il secolare tentativo di dare una forma a un prodotto che non ce l’ha, tra simbolismi e dinamiche sociali. Ma il vino ha una forma? Mi verrebbe da dire che il vino ha moltissime forme, la cui varietà può essere letta come una chiave per comprendere l’evoluzione del rapporto umano con la natura, il simbolismo del piacere, e le dinamiche di appartenenza culturale, ma anche per esplorare temi più ampi legati alla sacralità e all’identità collettiva. Nel corso dei secoli, il vino è stato un simbolo di potere, prestigio e ricchezza. La forma del bicchiere, della bottiglia o del recipiente ha spesso indicato il rango sociale di chi lo possedeva o lo serviva. Nell’antica Roma le grandi famiglie patrizie ostentavano la qualità dei loro vini, non solo attraverso la scelta del prodotto, ma anche attraverso il modo in cui veniva conservato e servito. Le forme eleganti e riccamente decorate dei recipienti riflettevano la posizione sociale del padrone di casa e l’importanza del vino come bene di lusso. Le forme del vino sono espressione di identità culturale, fortemente legate alle tradizioni regionali e locali. In Italia, Francia e Spagna, ogni regione ha sviluppato un proprio linguaggio formale attraverso le bottiglie e i bicchieri utilizzati per servire i propri vini tipici. Prodotti che hanno fatto la storia e che, spesso, sono usciti dal loro luogo d’origine fino a diventare uno standard. Basti pensare ai tre esempi francesi della champagnotta, bordolese e borgognotta, oppure ancora alla tedesca renana. O ancora, per restare in Italia, all’Albeisa in Piemonte, al fiasco in Toscana, alla bottiglia ad anfora nelle Marche. Anche il bicchiere da vino riveste un ruolo culturale importante: il goto delle osterie, dove sono cresciuti generazioni di bevitori, l’ISO, un primo tentativo di concentrare in un unico calice tutte le caratteristiche ideali per degustare, o la coppa per lo Champagne, poi superata dalla flûte, a sua volta soppiantata da bicchieri di più ampio respiro. Ma le forme del vino vanno ben oltre l’aspetto pratico del contenimento e del servizio. Il vino, in tutte le sue forme, racconta una storia di evoluzione umana, in cui tradizioni, simbolismi e dinamiche sociali si intrecciano in un rituale senza tempo. E mi piace pensare che noi Sommelier, oggi, siamo i principali testimoni di tutto questo intreccio. Giampaolo Breda