la sciabolata di Gianpaolo Giacobbo UN GOTO SALVERÀ IL MONDO Nella degustazione il bicchiere ha un ruolo fondamentale. Abbiamo assistito, negli ultimi anni, a una vera e propria rivoluzione ed evoluzione rispetto a questo strumento di lettura del nostro amato vino. La forma, lo spessore e anche il tipo di vetro concorrono a fornirci un oggetto indispensabile tanto nelle tavole più sofisticate quanto tra le mura domestiche. Quasi un amplificatore armonico che ci dà la capacità di potere analizzare il vino in una terza dimensione. Tuttavia esiste un momento in cui diventa necessario allontanarsi da tanto rumore. Così come esistono i momenti di silenzio, che sono importantissimi, anche nell’approccio al vino bisogna a un certo punto spostarsi dai riflettori e dalle casse di risonanza per riuscire ad avere un contatto più intimo e diretto con ciò che andremo a vivere e interiorizzare. Non più quindi un’analisi sensoriale tecnica, nessun modello da rincorrere, quanto piuttosto la necessità di fare un passo indietro per riappropriarci di un gesto molto più semplice, forse arcaico, ma che sicuramente potrebbe darci risposte laddove si sono esaurite. In questo senso potrebbe tornarci utile riprendere in mano il bicchiere di vino delle vecchie osterie, il goto, quel bicchiere dal vetro spesso dalla capacità di 19 decilitri, misura fissa e certa. Quel bicchiere che non si rompe mai e che si cambiava quando oramai gli infiniti utilizzi ne smerigliavano la superficie tanto da non poter quasi distinguere le sfumature. Il goto non permette le rotazioni nel bicchiere e ci induce a un approccio sommario dell’aspetto olfattivo, ma ci ridona il privilegio di assaporare il vino nella sua parte più autentica. È un bicchiere che ci aiuta a una degustazione meno di testa e più di pancia, fosse anche un bel Barolo o un Sangiovese di razza. Una sorta di livella, per dirla alla Totò, dove tutti sono messi sullo stesso piano, i grandi blasoni quanto il vino più semplice. È lo strumento che ci aiuta a cogliere la nobiltà di un prodotto agricolo e fa sfuggire dalla spocchia di qualche vino d’autore. Sarà il bicchiere che ci aiuterà a ridimensionare un mondo troppo spesso in preda a un turbinio mediatico che fa girar la testa anche senza l’alcol.