Vini rossi di Lombardia, un caleidoscopio di vitigni e territori

Soprattutto Valtellina e Oltrepò Pavese, ma non solo. Le Rose Oro premiano la ricchezza e l’eterogeneità del vigneto lombardo

ALESSANDRO FRANCESCHINI

L’eterogeneità e la ricchezza delle tante varietà e dei differenti areali presenti in Oltrepò Pavese, l’incredibile diversità che il gioco delle altimetrie e dei terrazzamenti sa regalare in Valtellina e, infine, l’universo bordolese, che ha trovato dimora e identità specifiche soprattutto nel mantovano e nella bergamasca. L’affresco che emerge osservando l’elenco delle Rose Oro assegnate dalla guida Viniplus ai vini rossi restituisce una visione ricca di colori, sfumature e profumi davvero intrigante e multiforme. È d’altronde questa la carta di identità stessa dei vini rossi lombardi, molto differenti tra loro per via delle composite basi ampelografiche che li compongono e dei territori dai quali provengono, tutti in grado di custodire al loro interno vocazioni verso molte tipologie, a volte anche antitetiche per filosofia e pubblico di riferimento. 


Se i vini rossi premiati con le Rose Oro dal 2011 a oggi rappresentano il 36% complessivo, l’Oltrepò Pavese e la Valtellina sono i due areali indiscutibilmente più importanti, essendosi aggiudicati oltre l’80% di questi riconoscimenti. In Valtellina i degustatori di AIS Lombardia hanno sino ad ora equamente premiato sia gli Sforzati che i vini delle cinque sottozone di questa denominazione che vede nel vitigno nebbiolo, localmente chiamato chiavennasca, l’indiscusso dominatore della scena. In Oltrepò Pavese, sebbene la Bonarda sia nel tempo riuscita a ritagliarsi un suo ruolo di tutto rispetto tra le Rose Oro, sono il pinot nero vinificato in rosso e il classico blend tra barbera, croatina e uva rara – al netto di altre varietà che spesso possono concorrere a formare questo grande classico oltrepadano – a primeggiare. Nella bergamasca, soprattutto negli ultimi anni, al fianco del Moscato di Scanzo hanno ottenuto il massimo riconoscimento alcuni merlot e cabernet sauvignon di grande valore che qui sono di casa da tempo all’interno della denominazione Valcalepio. Discorso analogo anche nel mantovano, dove più che il lambrusco sono soprattutto i tagli bordolesi ad aggiudicarsi la Rosa Oro.