Valtellina: le Rose Oro di Nino Negri

5 Stelle e Carlo Negri, i più premiati con le Rose Oro. Due interpretazioni di Sforzato differenti e inconfondibili: nobiltà e aristocrazia con l’ambizione - raggiunta - di essere eternamente giovani e al passo con i tempi

SARA MISSAGLIA

In montagna si dice che a fare la differenza sia il giusto passo, perché camminare in salita richiede preparazione, tecnica e costanza: per la casa vitivinicola valtellinese, fondata nel 1897, si è trattato di una sfida continua. «Siamo una delle aziende storiche della valle e quello che mi riempie d’orgoglio è che siamo stati da subito un’azienda vitivinicola»: è Danilo Drocco che parla, winemaker e Direttore dal 2018. «In Valtellina essere viticoltori è l’elemento determinante per la gestione del vigneto terrazzato e del nebbiolo di montagna: siamo storia e tradizione entrate a far parte dal 1986 nel Gruppo Italiano Vini». Una realtà di circa 35 ettari che arrivano a 180 tenuto conto dei conferitori, su un territorio dove in media le cantine dispongono di soli 2.000 metri vitati: un agronomo si dedica esclusivamente alla gestione delle vigne dei conferitori, rappresentate da più di duecento famiglie con cui hanno legami storici stabili e con le quali, al di là del contratto, la stretta di mano funziona sempre.

La manutenzione del territorio è affidata anche a queste famiglie e rappresenta uno degli obiettivi prioritari della cantina, a conferma che il terroir valtellinese è anche sociale. Danilo Drocco ci spiega che negli ultimi anni è cambiato il modo di fare vino partendo da una gestione diversa del vigneto: «l’ attenzione del consumatore oggi è rivolta anche al benessere dell’ambiente: quindi inerbimenti, limitazione nell’uso di fitofarmaci e della chimica nella fertilizzazione con ricorso a concimi organici, nonché riduzione del carico di gemme per puntare a vini ricchi e complessi con il corretto equilibrio tra chioma e il quantitativo di grappoli».