Nuove leggende, stessa emozione
Undici vini iconici del Nuovo Mondo

Arrivano da California, Oregon, Cile, Australia, Argentina, Canada e Sudafrica e hanno rappresentato un momento di svolta nella storia enologica dei rispettivi paesi. In alcuni casi hanno anche sovvertito graduatorie che sembravano intoccabili

ILARIA RANUCCI

Come sommelier AIS viviamo un dilemma, anche se felice. Da esperti e degustatori siamo chiamati a essere obiettivi e ad applicare logiche comuni. Come appassionati, invece, gettiamo alle ortiche ogni pretesa di oggettività e dedichiamo tempo, fatica e denaro a cercare vini che ci facciano battere più forte il cuore. Alcuni sono personali – il proprio anno di nascita, quello di una persona cara o un vino associato a un momento particolare della nostra vita. Altri fanno parte del nostro vissuto comune di esseri umani e di appassionati di vino. Difficile, se non impossibile, restare impassibili di fronte a un vino di annata storica, all’ultima annata di un grande produttore ormai scomparso, al primo assaggio nella vita di un vino di cui avevamo sentito tanto parlare. Per nostra fortuna ci sono molti vini con storie emozionanti da raccontare. Quelli più recenti testimoniano la grande trasformazione del mondo del vino nel secondo dopoguerra.
Ve ne raccontiamo alcuni provenienti dal cosiddetto “Nuovo Mondo”, con focus sui vini che hanno rappresentato un momento di svolta – in senso vitivinicolo – nel Paese di appartenenza.

Tre vini californiani, uno dell’Oregon, due cileni, due australiani, un argentino, un canadese e un sudafricano. Diversi tra loro, ma con elementi ricorrenti: il riferimento, con ammirazione e spirito di competizione, ai vini del vecchio mondo; la capacità di visione, spesso contro tutto e tutti, di chi li ha creati.