E D I TO R I A L E Fare informazione vera è un imperativo morale Esaltare le perdite di un famoso chef, enfatizzando debiti con cifre colossali, non aiuta il settore a risollevarsi. Sareb be auspicabile, invece, un serio giornalismo d inchiesta, che aiutasse a capire i problemi del settore. Ho sempre pensato che, in presenza di un debito (da parte di qualcuno verso qualcun altro), sull argomento dovrebbe prevalere una certa cautela, che tuteli l aspetto privato, trattandosi di un fatto personale o societario, eventualmente caratterizzato da un confronto diretto tra creditore e debitore. Fatico a com prendere il motivo per cui un debito (peraltro presunto e non documentato in modo serio e compiuto) debba diventare un fatto mediatico, sul quale disquisire, discettare, indignarsi o addirittura godere. O forse bisogna obbligatoriamente parlarne solo perché il debito sarebbe stato contratto da un personaggio pubblico, e la notizia fa quindi aumentare l audience? Probabilmente è così. Una certa cattiveria, ormai ben diffusa a livello so cial, è dunque funzionale a quella sottocultura demagogica che vorrebbe che i ristoratori (in primis quelli stellati o di fascia alta) siano da ritenersi degli approfittatori o dei ladri . Insopportabile. Sarebbe ora di finirla con questo tiro al piccione. Da quando il giornalismo d inchiesta è stato sostituito da quello che chiamo Hater gossip cult , do vremmo averci fatto il callo, a questo degrado progressivo dell informazione, ormai assurta a fenomeno pataccaro. Il giornalista, semmai, dovrebbe dare informazioni diver se, anziché svelare i presunti debiti di questo o di quello chef, di questo o di quell imprenditore. E raccontare, per esempio, quanto costa ad un professionista l affitto della propria struttura, quanto incidono le tasse sul fatturato, a quanto può o deve ammontare un food cost compatibile con il proprio business. Scrivere e spiegare quali sono i problemi che un imprenditore deve affrontare nella propria attività, questo dovrebbe essere il compito di chi vuole in formare seriamente. Se invece vogliamo continuare sulla strada del populismo becero e sensazionalistico, beh, allora tutto diventa lecito. E, anziché fare informazione seria, ridurremo una profes sione nobile (ma lo è ancora?) alla caricatura di se stessa, con conseguenze devastanti. Alberto P. Schieppati Giornalista 5