Syrah e shiraz: due nomi e mille volti Tra i vitigni viaggiatori, e quindi internazionali, è probabilmente uno dei più noti per via della sua versatilità e generosità
di ILARIA RANUCCI
di ILARIA RANUCCI
Tanto più un vitigno è storico, tanto più di solito ha nomi diversi. Questo succedeva quando non era così facile viaggiare, e tanto meno distinguere le diverse varietà di vite. Oggi tutto è più identificabile e di solito prevale un nome, mentre gli altri restano solitamente legati a specifiche aree geografiche. Non è però il caso del syrah/shiraz, perché ha due nomi quasi ugualmente usati. In alcuni casi, è chiaro quale dei due prevalga in un determinato Paese: syrah in Francia e shiraz in Australia. In altri casi, invece, è una scelta del produttore o della singola denominazione. Con l’idea che il nome dia anche indicazione dello stile, più speziato ed elegante il syrah, più fruttato e potente lo shiraz. Un puzzle che riflette l’estrema versatilità e generosità di quello che è, meritatamente, uno dei grandi vitigni internazionali.
UNA STAR MONDIALE
Il syrah è davvero un cittadino del mondo. Le ultime statistiche dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) sulla superficie vitata
mondiale (Focus 2017) indicano 190 mila ettari vitati globalmente, facendone la sesta varietà di vite da vino più coltivata dopo cabernet sauvignon,
merlot, tempranillo, airén e chardonnay. Sopratutto, è la terza, dopo merlot e chardonnay, per numero di Paesi in cui risulta coltivata: 31.