La Franciadei crémant Storie di metodo e di nomenclature Non si tratta solo di assecondare una tendenza attuale: sono molte le regioni viticole francesi a vantare dimestichezza con la spumantistica da secoli
di SAMUEL COGLIATI GORLIER
di SAMUEL COGLIATI GORLIER
L’ effervescenza francese non è solo Champagne. Certo: Reims ed Épernay rimangono l’incrollabile e indiscusso punto di riferimento della spumantistica d’Oltralpe. Ma il mondo dell’anidride carbonica intrappolata in bottiglia ha da secoli esplorato anche altre latitudini, altre longitudini e altri vitigni. La méthode ancestrale prima, la méthode champenoise poi (in seguito ribattezzata méthode traditionnelle), allungano le loro radici in regioni transalpine meno note, talora insospettate: il Sud-ovest e il Languedoc, la Loira, lo Jura... Con il tempo alcuni di questi areali hanno assunto denominazioni specifiche, ratificate dal sistema delle appellations d’origine: Saumur brut, Vouvray, Saint- Péray, Blanquette de Limoux, Clairette de Die... Altre realtà hanno invece gradualmente sposato un nome suggestivo ma fallace, che solo da qualche decennio è stato inquadrato sul piano normativo: crémant.