Chinon e Bourgueil Anima del cabernet franc in Touraine
Tra i vitigni viaggiatori, e quindi internazionali, è probabilmente uno dei più noti per via della sua versatilità e generosità
di SAMUEL COGLIATI GORLIER

La Loira si diletta a rimandarsi lo stesso vitigno da sponda a sponda, come in un leggiadro scambio a badminton. Accade con il sauvignon blanc nel CentreLoire, con lo chenin blanc a monte di Tours e a valle di Angers, con il melon de Bourgogne tra Angers e Nantes. Sorge talora una sorta di rivalità, un campanilismo più o meno strisciante, tra Rive droite e Rive gauche del corso d’acqua più lungo di Francia. Un confronto che fa leva su sfumature di terroir, sui microclimi o su propensioni socioculturali per un certo tipo di vinificazione.
Questo palleggiare di viti tra una riva e l’altra del fleuve royal si riscontra anche tra Tours e Saumur, là dove la Vienne, il suo più generoso affluente, si abbandona alla supremazia del Grande fiume, immettendosi nel suo alveo e conferendogli oltre 200 metri cubi di acqua al secondo.
Questo territorio dall’aspetto dolce e delicatamente ondulato è detto anche le Jardin de la France. Qui il cabernet franc ha messo radici, dando la stura a un’incessante tenzone tra due importanti settori viticoli: quello di Bourgueil, lungo la riva settentrionale della Loira e quello di Chinon, lungo il corso della Vienne.
CABERNET FRANC IN FUGA SOLITARIA
Questa nostra perlustrazione fa perno su una singola cultivar. Accade spesso in Loira, dove la logica del monovitigno è assai più radicata che in altre regioni di Francia, come ad esempio il Rodano, la Champagne, la Provenza o il Bordolese. Proprio l’Aquitania è l’altro grande comprensorio che ospita il cabernet franc. Ma, diversamente da quanto avviene a Pomerol o a SaintÉmilion, dove assai rara è l’evenienza in cui sia vinificato da solo, prediligendo al contrario l’assemblaggio, in Turenna questa nobile varietà è usualmente lavorata come monovitigno. Questa ghiotta opportunità dà l’occasione di soppesare il potenziale qualitativo ed espressivo di quest’uva, troppo spesso soffocata dall’ingerenza di altri “colleghi”, primo tra tutti il merlot.