Il vino del Monte Bianco
Un vitigno autoctono e identitario, le viti a piede franco che abbracciano le pergole basse, il Monte Bianco che domina il paesaggio: poche bottiglie ma tanto carattere, dalle vigne più alte d’Italia
di ANITA CROCI

Alzi la mano chi, sentendo parlare di Valle d’Aosta, non pensi subito alle montagne. Il suo perimetro montuoso schiera infatti tutti i “quattromila” delle nostre Alpi Occidentali: il massiccio del Gran Paradiso, del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco. Proprio alle sue pendici nasce un vino bianco che di certo non è tra i più conosciuti, non fosse altro per i numeri davvero esigui – poco più di duecentomila bottiglie annue e appena sei produttori – ma senza dubbio tra i più interessanti e identitari del panorama vinicolo italiano: il Blanc de Morgex et de La Salle, dal vitigno prié blanc.
IL TERRITORIO
Siamo in Valdigne, estremità dell’Alta Valle a ridosso del confine francese e, più precisamente, nel suo capoluogo Morgex e nel confinante La Salle. Non serve essere enoappassionati per restare affascinati dal panorama viticolo, che si affaccia tra le case per poi imporsi compatto, inerpicandosi su per i pendii fino a cedere il passo a conifere e pascoli, le viti ricurve sulle pergole basse che sostengono i tralci ordinati; svetta sparuto qua e là un arbusto di salice bianco, materia prima per le legature.
Morgex – in patois meurdzìe “mucchio di pietre” – è posto in posizione pianeggiante a 920 metri di quota, attraversato dalla Dora Baltea. La Salle sorge invece su un pianoro più elevato rispetto al letto del fiume, che nella valle determina il confine naturale tra Envers, la destra orografica, esposta a nord e dove prospera il bosco e Adret, la sinistra orografica, esposta a sud: è questo il versante vitato, che si estende tra l’alveo del fiume e i 1.300 metri di altitudine; le vigne terrazzate di Morgex sono infatti le più alte d’Italia e tra le più alte d’Europa.
I suoli sono di origine morenica e differenziano per maggiore o minore presenza di sabbie e materiali alluvionali: più abbondanti a La Salle, dove i terreni sono più profondi e meglio approvvigionati di acqua; più magri e con maggiore scheletro a Morgex, dove si riscontrano anche pendenze maggiori.
Il clima è tipico montano, rigido e secco, ventilato e con importanti escursioni termiche giorno-notte. Significativa l’insolazione, che beneficia dell’altitudine, della scarsa nuvolosità e del basso grado di inquinamento atmosferico.
Ci troviamo al limite della fascia vegetativa per la vite, dove solo un vitigno si è rivelato in grado non solo di prosperare, ma di fare delle avversità climatiche il fondamento della propria grandezza: l’eroico prié blanc.