Open Hub ha tutte le caratteristiche per essere il classico “turbo nel motore”: ci sono i nomi importanti, ci sono le birre nuove, c’è l’esclusività Horeca e c’è la maggiore facilità organizzativa. Ma Open Hub è anche un cantiere, un “work in progress”. L’accordo sottoscritto dai birrifici è infatti quello di un impegno comune della durata di tre anni, rinnovabile certamente ma anche “allargabile” nel senso che Musso non esclude la possibilità che, al termine del triennio, ci possano essere nuovi ingressi nel progetto. Certo, far funzionare a pieno regime un impianto da 80mila ettolitri è una bella sfida tenendo presente che lo stesso birrificio Baladin, quasi certamente tra i più grossi nel frammentato mondo della birra artigianale italiana, ne produce circa 25mila. «Forse la più grande che io abbia mai affrontato», chiosa Teo Musso, «ma in realtà io mi sento piuttosto tranquillo al riguardo. Innanzitutto perché il progetto Open Hub sarebbe sostenibile anche con 50mila ettolitri e poi perché questi volumi rappresenterebbero comunque una goccia nel mare di birra che circola nel fuoricasa. Insomma, non stravolgeremo il mercato, ne faremo parte». E così quella che ha tutte le carte in regola per essere la “partita” più interessante del campionato della birra artigianale italiana ecco che la si gioca in Lombardia. Ma Musso guarda già oltre. «Sono talmente convinto della bontà di questo progetto e del suo successo», conclude, «che credo abbia anche delle possibilità di guardare all’estero, dove la birra artigianale italiana è da tempo conosciuta e apprezzata». In altre parole, oltre al campionato, l’Open Hub di Bernareggio punta pure alla Champions League. Le birre dei protagonisti di Open Hub Non c’è modo migliore per conoscere un birrificio artigianale che quello di assaggiare le sue birre. Qui, naturalmente e solo per questioni di spazio, non ne potremo segnalare che una sola per birrificio, ma sarà sufficiente per capire le potenzialità dei sei protagonisti di Open Hub e pertanto l’interesse che questa operazione riveste. Iniziamo ovviamente con chi ha avuto l’idea di realizzare il progetto, ovvero il piemontese Birra Baladin. Se Teo Musso nella vita avesse creato solo e niente altro, un posto nell’Olimpo dei birrai italiani se lo sarebbe comunque guadagnato. Nata nel 2004 con l’intento di trasformare quello che è di norma un difetto della birra, l’ossidazione, in un punto di forza, Xyauyù è una birra da 14% vol che nel bicchiere si presenta “piatta” ovvero senza schiuma e senza carbonazione. Ha profumi intensi che ricordano l’uva sultanina, i datteri e i fichi secchi, una nota di salsa di soia, al palato le note aromatiche ritornano e durano a lungo accompagnate da una morbidezza quasi setosa. Un gioiellino insomma. Il laziale Ritual Lab è da anni ormai ai vertici delle preferenze degli appassionati: tutta la gamma è di indubbio valore ma noi scegliamo la : una double Ipa da 8% vol “prepotente” ma anche equilibrata con note di frutta tropicale, pompelmo e un retrogusto che indugia sul balsamico e sul resinoso. Il marchigiano MC-77 ci aveva impressionato illo tempore invece con la sua , una blanche da 5% vol d’ispirazione belga per speziatura ma rivisitata con l’aggiunta di fiori d’ibisco e avena. Piacevolmente rosata, floreale al naso, leggermente acidula e rinfrescante al palato. Come MC-77 anche l’abruzzese Opperbacco è ormai una garanzia di creatività e costanza qualitativa, dal ricco catalogo peschiamo la , una quadrupel belga da 10% vol e un azzeccato blend di malti d’orzo diversi, avena e frumento. Birra ottimamente costruita, ricca e gratificante. Dall’Abruzzo ci spostiamo in Umbria dove Birra Perugia continua a mietere successi nei più diversi concorsi birrari. Una delle sue birre più vincenti è la Calibro 7, american pale ale da 5,6% vol e ben sette diversi luppoli in dry hopping. Il risultato è una carica aromatica avvincente e un sorso che non stanca. Chiudiamo infine in Liguria con il Birrificio Altavia e la sua Badani, una pilsner da 5% vol di grande eleganza e altrettanta bevibilità. Xyauyù Tupamaros Sofronia 10 e Lode