IL MOSCATO DI VOLPARA
Un terroir unico e circoscritto dona un gioiello dal coloro oro, un tempo drink energetico, oggi compagno fedele del panettone
A ben guardare, nell’Oltrepò sono tante le microzone da cui provengono vini d’eccezione: per esempio, nell’Alta Valle Versa, fra il torrente Versa e il rio Goretta, a un’altitudine di 400 metri, sorge il comune di Volpara, borgo d’elezione per la coltivazione del moscato e la produzione di un nettare che, grazie alle caratteristiche della microzona in cui nasce, ha aromi e profumi diversi dal moscato coltivato in Oltrepò. Stiamo parlando del Moscato di Volpara. Appena sei cantine, per un totale di circa 70.000 bottiglie all’anno, il Moscato di Volpara è un vino raro, che può essere prodotto solo nell’areale di Volpara. «Abbiamo deciso di delimitare e mappare il territorio proprio per valorizzare il più possibile questo vino eccellente», spiega Roberto Alessi, proprietario della cantina Alessi Poggi, tra i pochissimi produttori di Moscato di Volpara. «Coltivare questo vitigno è una tradizione che vogliamo trasmettere alle future generazioni ma non possiamo tralasciare il legame fondamentale che il moscato ha con il territorio: qui e solo qui il moscato acquisisce quelle caratteristiche che lo rendono diverso nei profumi, nella fragranza, negli aromi». Il suolo argilloso marnoso con una vena calcarea che arriva dal Piemonte, le importanti escursioni termiche, l’atavica conoscenza dei contadini: ecco il segreto del Moscato di Volpara. L’Associazione che tutela questo passito è nata nel 2002 e a sottolineare l’importante legame con la zona ha scelto come marchio consortile un’antica immagine impressa su una parete del palazzo municipale di Volpara: si tratta di una scena databile nella prima metà del Novecento, un gruppo di persone ben vestite, sedute intorno a un tavolo, in un’osteria, probabilmente a bere un calice di buon Moscato di Volpara dopo una giornata di lavoro. L’immagine è utilizzabile dai Soci come etichetta del proprio vino ma solo se l’uva impiegata per produrre il passito è ottenuta da vigneti del territorio di Volpara. «Non intendo dire che un moscato è migliore di un altro», continua Alessi, «ma ci tengo a ribadire che il nostro moscato è diverso perché qui il territorio è diverso».
Il Moscato di Volpara è un bianco passito dolce dalla struttura avvolgente, molto aromatico e dai profumi fragranti e lievi di frutta dolce e miele. È l’abbinamento ideale al panettone e alla pasticceria secca anche se «per i nostri antenati era un drink energetico, da portare in campagna e accompagnare al pranzo, gustandolo con quello che c’era, anche un semplice pezzo di pane con il salame. La freschezza del vino che, pur essendo dolce, aveva una buona acidità, era ideale per sgrassare la bocca dopo il salame. Non aveva un titolo alcolometrico elevato e quindi si poteva continuare a lavorare per l’intera giornata. I nostri antenati la sapevano lunga». La selezione dei grappoli migliori, le rese basse, la raccolta manuale effettuata solo quando le uve hanno raggiunto la piena maturazione consentono di poter produrre un gioiello color dell’oro, che per molti è la testimonianza enologica più autentica del comune di Volpara.