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UN PASSATO LONTANO
La legge del 22 luglio 1927 fissò i paletti di ciò che nove anni più tardi divenne ufficialmente l’appellation d’origine contrôlée Champagne. L’articolo 5 della legge recita: «Le uniche uve idonee alla champagnisation sono quelle ottenute dai vitigni seguenti: le diverse varietà di pinot, l’arbanne, il petit meslier». Colpisce l’assenza dello chardonnay, ma non è un lapsus: a quel tempo questa cultivar era considerata a tutti gli effetti appartenente alla famiglia dei pinot, tanto che nei decenni successivi si riscontrerà ancora frequentemente l’espressione pinot-chardonnay anche nei testi ufficiali1 . È invece interessante notare che l’arbane (scritta arbanne) e il petit meslier siano citati in modo esplicito. Nella locuzione «diverse varietà di pinot» va poi sottesa la presenza, oltre che del pinot noir (“pinot” per antonomasia) e del pinot meunier, anche del pinot bianco e del pinot grigio, tutte mutazioni genetiche del capostipite.
Il testo di quasi un secolo fa, nel suo intento normativo, non faceva altro che constatare una situazione di fatto, registrando la presenza di una eterogeneità ampelografica di altra portata rispetto a quella attuale. Attenzione però: arbane, pinot gris, pinot blanc e petit meslier non erano ritenuti una bizzarria da tollerare, bensì parte della nobiltà viticola della Champagne. Nessun complesso d’inferiorità al cospetto del pinot nero o dello chardonnay! Viceversa, quella stessa legge metteva all’indice il gamay, nonché «altri vitigni francesi» (ossia non ibridi2 ), intimando ai viticoltori di espiantarli entro diciotto anni.
Allora perché queste uve “rare” si sono eclissate al punto da finire nell’oblio? Ognuna di esse ha una propria vicenda e le proprie motivazioni.

1. Per quanto oggi considerata impropria, questa tassonomia non è del tutto infondata, giacché lo chardonnay è frutto di un incrocio tra il pinot nero e il gouais blanc.

2. Al tempo di una battaglia ancora aperta con la fillossera l’ibridazione con cultivar americane era considerata una delle opzioni percorribili per difendere e rigenerare il vigneto francese.