È uno dei motivi per cui ad esempio in Alsazia è rimasto al centro di una logica produttivistica, quanto meno per i vini di consumo corrente e per la spumantistica di basso rango. Inoltre, la sua curva di maturazione è in genere imprevedibile e improvvisa, come subitanea può rivelarsi la sua marcescenza. Infine, si dimostra non sempre adatto ad alcuni terroir, nonché inaffidabile quanto ai livelli di acidità fissa (considerata cruciale dalla spumantistica), che può crollare senza preavviso. Si tratta di un handicap evidente, in tempi di surriscaldamento globale.
Il pinot blanc è però dotato di una certa originalità gusto-olfattiva: dà vita a vini teneri, sfumati, delicati, pieni di garbo. Si presta quindi piuttosto bene ai pas dosé, ad esempio. Senza contare che ha una certa capacità di resilienza alle gelate primaverili, poiché le gemme di controcchio sono fruttifere, diversamente da altre varietà. Con lo stravolgimento climatico odierno, è un vantaggio tutt’altro che irrilevante.

Il voltis
Per dovere di cronaca va precisato che i vitigni autorizzati dalla normativa dell’Aop Champagne non sono sette bensì otto. A partire dal 2023, infatti, è stata ufficialmente introdotta una nuova varietà bianca: il Voltis. Nuovo il Voltis lo è a tutti gli effetti: non solo perché prima non era previsto dal disciplinare, ma anche perché si tratta di una cultivar creata appositamente. Il Voltis è un ibrido interspecifico, frutto dell’incrocio tra il Villaris e un discendente della Muscadinia rotundifolia. A metterlo a punto già nel 2018, l’Inrae (Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement), un organismo pubblico francese. L’obiettivo dichiarato è far fronte al mutamento climatico e disporre di un vitigno resistente alle principali malattie della vite. In effetti il Voltis è stato pensato innanzitutto per quelle aree “periurbane”, ossia le vigne a ridosso delle abitazioni, che si intende preservare dai fenomeni di deriva dei trattamenti fitosanitari: rame, zolfo e soprattutto pesticidi di sintesi. Questo nuovo vitigno è stato autorizzato per un periodo di prova di dieci anni, ma è plausibile che sia confermato e che anzi sia solo il primo di un elenco di altri vitigni resistenti in lizza. Al momento la sua diffusione è limitata per legge al 5% massimo della superficie di ogni azienda e al 10% massimo dell’assemblaggio di ogni vino. Nel corso del 2023 ne sono stati piantati in tutto 4 ettari, quasi tutti nella Marne. A partire dal 2025 dovrebbero uscire i primi Champagne che ne contengono una quota.
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