Alcuni esempi virtuosi
Il relativo successo che stanno riscuotendo i vitigni rari fa sì che il panorama dei vini che li impiegano sia in continua evoluzione. Di seguito una piccola miscellanea di bottiglie interessanti
Il relativo successo che stanno riscuotendo i vitigni rari fa sì che il panorama dei vini che li impiegano sia in continua evoluzione. Di seguito una piccola miscellanea di bottiglie interessanti
Tra i pionieri assoluti dei vitigni dimenticati vanno annoverati di diritto i fratelli Aubry a Jouy-lèsReims, nella Petite Montagne de Reims. Già dai primi anni Novanta Pierre e Philippe si riproposero di reintrodurre fromenteau, arbane, pinot blanc, petit meslier. Tra le loro bottiglie emblematiche in questo senso, “Le Nombre d’Or” (7 vitigni) e la sua variante “Sablé blanc de blancs”, Champagne di qualità anche se non sempre del tutto convincenti.
Laherte Frères, a Chavot-Courcourt (Coteau Sud d’Épernay) è stata tra le prime aziende a riscuotere un meritato successo, con la sua etichetta “Les 7”, che come indica il nome contiene tutte le varietà storiche. È una bottiglia di razza e carattere, prodotta con metodo solera. Da qualche anno si è aggiunta la cuvée “Petit Meslier”, che onora l’omonimo vitigno grazie a uno vino freschissimo e tagliente, raffinato ed equilibrato. Da notare anche l’assemblaggio “Meslier et Pinot”.
Molto apprezzabile la cuvée “BAM” del domaine Tarlant di Œuilly, Vallée de la Marne. L’acronimo riflette i tre vitigni utilizzati: (pinot) Blanc, Arbane, (petit) Meslier.