Alessio ha respirato il profumo dell’uva, ha camminato sui terreni argilloso calcarei dei vigneti con gambe ancora incerte ed è cresciuto facendo del vino non il suo punto di partenza, ma di arrivo. L’arrivo e il traguardo sono rappresentati dal desiderio di migliorare il lavoro di chi lo ha preceduto: il bisnonno Carlo, poi il nonno Aristide (che tuttavia ha perso che era ancora molto piccolo) e il papà Costante, che ha consegnato ad Alessio l’azienda dopo gli studi: prima la laurea in viticoltura e enologia presso la facoltà di Agraria di Milano nel 2006 e nel 2008, la laurea magistrale in scienze viticole e enologiche presso l’Inter ateneo di Torino, Milano e Palermo. «Mio padre era perito agrario e da lui ho imparato a trattare con la terra. Negli studi che ho fatto anni dopo all’università, ho riletto in chiave scientifica alcune delle lezioni più belle che mio padre mi ha tenuto con poche parole e tanto fare». Quella di Alessio Brandolini è una bella storia di famiglia: persone orgogliose del loro territorio, amanti della loro terra, desiderosi di fare sempre meglio. È figlio unico e sente su di sé la responsabilità di portare avanti l’azienda come naturale passaggio di testimone: in realtà il padre lo voleva bancario, consapevole della fatica del lavoro da vignaiolo. All’epoca fare vino era decisamente meno glamour di oggi, e si era dei contadini, nulla di più. Per questo il padre sognava per lui un ruolo da direttore di banca, così come poi sono diventati altri cugini di Alessio. Un bancario mancato, ma, in tutta onestà, è difficile immaginarlo con il colletto bianco. Ama respirare questo mondo, ed è in questo mondo che vuole far crescere sua figlia. «A differenza di mio padre, vorrei tanto che mia figlia facesse il mio mestiere e che portasse avanti il mio lavoro. Sarà lei a decidere, ma in cuor mio lo spero tanto»: un desiderio, che molti genitori hanno nel cuore ma che solo raramente dichiarano, che rivela tutta l’autenticità di Alessio. Ma non solo: «le donne anche qui in Oltrepò hanno dimostrato di fare benissimo: sono certo che mia figlia, se lo vorrà, qui potrà dare il meglio». UNA BELLA STORIA DI FAMIGLIA Una lunga tradizione nel contesto vitivinicolo di San Damiano al Colle: a fondare la cantina nel 1873 fu il bisnonno Carlo. Da allora, ogni generazione si è dedicata alla terra e al vino, trasmettendo quella base valoriale di famiglia e radici oggi così cara ad Alessio Alessio più volte racconta dei suoi studi e con orgoglio mostra le fotografie dell’esame di laurea. Studiare e lavorare, capire e provare, conoscere e sperimentare: il suo mentore è Attilio Scienza, il Professore come Alessio lo chiama, figura di assoluto spicco nel nostro Paese e nella formazione dell’attuale classe di enologi. Sul cancello d’ingresso della cantina una targa ricorda gli studi di Alessio: è una laurea importante in una famiglia di vignaioli e prima ancora contadini, e segna un passo diverso. Ha avuto esperienze formative nel Chianti Rufina, in Piemonte e in Oltrepò Pavese, con viaggi studio in Borgogna e a Bordeaux e con approfondimenti nei grandi distretti vitivinicoli del nostro Paese. Alessio sottolinea sempre che coltiva i propri vigneti, vinifica la propria uva e imbottiglia e commercializza direttamente i propri vini. Esiste una profonda identità tra ciò che è e ciò che fa. Nessun make-up, nessun belletto, così come in vigna, dove non utilizza concimi di sintesi e dove, puntando alla qualità, ha ridotto profondamente la quantità di uva per pianta, optando per il diradamento. «Ho avuto la fortuna di conoscere persone straordinarie come Attilio Scienza, Danilo Lanati, Leonardo Valenti o Rocco Di Stefano, dalle quali ho imparato ad avere coscienza del mio lavoro, cercando di continuo la qualità e realizzando un modello di affidabilità, di attenzione e di cura nel dettaglio». L’ORGOGLIO E L’IMPORTANZA DEGLI STUDI