il “Tiramisu'” I Piatti della tradizione Il dialogo sul tiramisù è in un fi lm del 1993 con Tom Hanks e Meg Ryan. Sam, è un giovane vedovo che abita a Seattle con il figlio di 8 anni che, non sopportando di vedere il padre triste, lancia un appello alla radio: “c’è una donna che sposerebbe papà? Anche l’amico Jay sollecita Sam ad uscire con qualcuna. Felice il dialogo giocato sul doppio senso”. Jay: E poi c’è il tiramisù Sam: Che cos’è il “tiramisù”? Jay: Lo scoprirai. Sam: Beh, che cos’è? Jay: Vedrai! Sam: Qualche donna vorrà che glielo faccia e non saprò di che si tratta! Il successo del fi lm segnò l’inizio del trionfo del tiramisù, fino ad allora poco conosciuto, negli Usa. L’affermazione, oggi, è mondiale. Tiramisù è una delle parole italiane più pronunciate nel mondo insieme a pizza, lasagne, ciao, mafia, espresso, spaghetti, cappuccino. La storia del dolce a base di uova, zucchero, savoiardi (il pan di spagna arriva dopo), caffè, mascarpone e cacao arriva da lontano, ma è a Treviso che si focalizza. La città dei carraresi può vantarne la paternità, ma non la maternità: mater semper certa est, pater numquam. Sono molti i padri fattisi avanti per reclamarne la primogenitura: Pieris, nel goriziano, dov’è documentato un Tirimesù nel 1938; Tolmezzo, dove al ristorante Roma negli anni ’50 Norma Pielli rielabora un dolce artusiano con mascarpone e caffè; Siena che tira in ballo la seicentesca “zuppa del duca” del goloso Cosimo III de’ Medici. Il tiramisù friulano ha ottenuto anche la gratifica del Pat, Prodotto alimentare tradizionale, scatenando l’ira del trevigiano Zaia, governatore del Veneto. Il grande Bepo Maffioli non ha dubbi: il tiramisù, come lo conosciamo, nacque alla fi ne degli anni ’60 nel ristorante Alle Beccherie, in pieno centro a Treviso, per merito del pasticcere Roberto Linguanotto, detto Loly, che ebbe l’intelligenza e la bravura di rielaborare un’antica miscela veneta, chiamata, a seconda delle zone, sbatutìn o ovo sbatùo fatta di un tuorlo d’uovo montato con lo zucchero. Una bomba di calorie che serviva a “tirar su”, a dar vigore, a puerpere, vecchi, ammalati, bambini rachitici, novelli sposi e, nelle case chiuse prima che la senatrice Merlin le facesse chiudere del tutto, ai clienti come omaggio sul conto. Alle uova e allo zucchero il Loly aggiunse, a strati, i savoiardi intrisi nel caffè, il mascarpone e, su tutto, una nevicata di buon cacao. Fu un altro trevigiano, Alfredo Beltrame, proprietario della catena d’alta ristorazione El Toulà, a far conoscere il tiramisù nei luoghi più glamour d’Italia: Cortina e Porto Cervo dove, nel 1985, lo apprezzarono Lady Diana e il principe Carlo. Fu così che il tiramisù, che da due anni era nel dizionario Zingarelli, ebbe spalancata la strada per diventare il dolce più apprezzato, amato e copiato al mondo. RICETTA DEL TIRAMISÙ DEL RISTORANTE LE BECCHERIE DI TREVISO 6 tuorli d’uova 250 g di zucchero 1/2 kg di mascarpone 40 savoiardi caffè q.b. cacao in polvere Ingredienti per 6-8 persone: Preparate il caffè e lasciatelo raffreddare in una ciotola. Montate a spuma 6 tuorli d’uova con lo zucchero ed incorporatevi il mascarpone ottenendo così una crema morbida. Bagnate 20 savoiardi col caffè facendo attenzione a non inzupparli troppo e disponeli in fila al centro di un piatto circolare. Spalmate sui savoiardi metà della crema di mascarpone e poi sovrapponete un altro strato di 20 savoiardi bagnati con il caffè, spalmate la superficie con la rimanente crema. Cospargete il mascarpone con del cacao magro setacciato. Mettete il tiramisù in frigorifero fino al momento di servire. Preparazione: