i Tortellini di Valeggio I Piatti della tradizione Cesare Marchi, giornalista e scrittore, diceva che anche Valeggio sul Mincio ha la sua Fiat: Fabbrica Italiana Autentici Tortellini. Quando Indro Montanelli era in zona, i due giornalisti sedevano a un tavolo dell’Antica Locanda di Borghetto, affacciato sul Mincio. Montanelli, noto per la sua scarsissima propensione verso i peccati di gola, amava i tortellini e questo angolo riposante, tanto che accettò di posare per ore per il pittore Federico Bellomi che lo raffigurò in un affresco, su una parete della locanda, nei panni di Virgilio. In realtà il vero nome dei tortellini di Valeggio sarebbe agnolini. Così li chiamano ancora i vecchi di questo borgo al confine con la terra mantovana, appena a sud del lago di Garda del quale sente i benefici effetti. Gli anellini di pasta con ripieno di carne sono diventati tortellini per esigenze commerciali e “nodi d’amore” per avere, come quelli di Bologna dai quali vogliono distinguersi, un’origine leggendaria. Si racconta, infatti, che la forma di questo gioiello di pasta sia stato copiato da un velo annodato lasciato da Silvia, ninfa del fiume, in fuga con Malco, capitano del Visconti. Agnolini, tortellini o nodi d’amore che siano, questi capolavori gastronomici hanno fatto la fortuna di Valeggio che, preso d’assalto dai gastronauti italiani e stranieri, ha moltiplicato ristoranti e pastifici. I tortellini di Valeggio si possono trovare nei supermercati e nei negozi di nicchia di tutta la penisola. Ma quali ingredienti si usano per la farcia dell’agnolino? Di sicuro vengono adoperati tre tipi diversi di carne: manzo, vitello e maiale cotti in un soffritto di cipolla, carote, sedano e rosmarino. Ma non c’è una ricetta codificata e le varianti sono infinite. Ogni famiglia (ancora adesso gli agnolini, cotti in ottimo brodo di carne, sono il piatto delle feste), ogni ristoratore e ogni pastaio ha i suoi ingredienti segreti. Per cui i tortellini-nodi d’amore sono diversi di cucina in cucina, di focolare in focolare, di laboratorio in laboratorio. Tra gli ingredienti segreti sussurrati c’è di tutto e di più: salvia, sedano, aglio, olio d'oliva, pancetta, guanciale, durelli di tacchino, salamella di maiale, prosciutto crudo, cotto, mortadella, pesto, noce moscata, pepe, pane grattugiato. Perfino, si dice, vaniglia, cognac e cacao. Valeggio è un paese democratico. Tante teste, tante ricette. Ma se c’è un “segreto” comune, oltre all'altissima qualità e la freschezza delle materie prime, pare sia l'uso del Custoza, il vino del territorio, per preparare l'impasto. I più celebri cuochi valeggiani chiamano questo vino "re della cucina" e confessano che è ottimo per togliere l’eventuale sapore selvatico delle carni. L'affascinante centro di Borghetto,frazione di Valeggio sul Mincio