La vigna di confine. Il regno della garganega Percorrendo l’Autostrada A4, tra Verona e Vicenza, è impossibile non notare il Castello Scaligero di Soave, con il suo borgo cinto da mura. Soave è un nome evocativo che associa il luogo a un vino famoso, ma il viaggiatore di passaggio difficilmente immagina la ricchezza viticola e paesaggistica del territorio che lo circonda. Siamo a est di Verona, sui rilievi collinari della fascia pedemontana della Lessinia che si spinge fino al territorio vicentino, dove il clima è mite, costantemente ventilato. I suoli della DOC Soave hanno una grande variabilità: da quelli a matrice calcarea della zona più a ovest (Colognola ai Colli, Valli di Mezzane e di Illasi), a quelli scuri e basaltici di matrice vulcanica della zona orientale (Val Tramigna e Val d’Alpone). Lo sguardo è ovunque catturato dai ricami geometrici dei vigneti a pergola che ornano i declivi - alcuni sono centenari - piccoli boschi olivi e ciliegi punteggiano il paesaggio, offrendo panorami incantevoli. Di recente le vigne del Soave sono state dichiarate “Paesaggio rurale italiano di interesse storico” e sono divenute il 53° sito mondiale riconosciuto come “Patrimonio dell’umanità dell’agricoltura” secondo il programma della FAO “Globally Important Agricultural Heritage Systems”. Ben 33 sono i Cru (Unità Geografi che Aggiuntive) che dalla vendemmia 2019 potranno essere citati in etichetta, 29 dei quali nella zona collinare più antica del Soave Classico: Foscarino, Carbonare, Froscà, Monte Tenda, per citarne solo alcuni, sono fotografi e della storia viticola del territorio. La garganega è la varietà autoctona principale, usata spesso in purezza, o con un saldo del tradizionale trebbiano di Soave o, più raramente, con lo chardonnay. Generosa e duttile, offre un’infinità di sfumature: dalle note fresche e fruttate dei Soave d’annata, a quelle più evolute e sapide di un vino che non teme il tempo e può essere bevuto con soddisfazione anche dopo anni dalla vendemmia. L’espressività e la complessità evolutiva della garganega si colgono molto bene anche nel Soave Superiore DOCG che ha un più lungo affinamento, o nel Recioto di Soave DOCG, vino passito di storica tradizione. Veduta del Castello Scaligero a Soave (VR) Gambellara -- Anche la DOC Gambellara, nel confinante territorio vicentino, appartiene storicamente alle “terre della garganega”, qui usata spesso in purezza. I suoli sono interamente di matrice vulcanica, con inserti calcarei e argillosi: lo testimoniano i resti degli imponenti basalti colonnari in località San Marco, che incantarono naturalisti e pittori inglesi nel ‘700. Oltre alla versione ferma, che nella zona storica ha la menzione Classico, il Gambellara offre diverse espressioni: dallo Spumante, al Recioto DOCG - anche spumantizzato - al più raro Vin Santo di Gambellara Classico DOC, vino dolce unico nel Veneto, prodotto in un numero limitatissimo di bottiglie. //