STILI DI BIRRA Le lattine che rendono omaggio al cinema di Alessandro Pareschi Filippo Lozinsky si appassiona al mondo del brassaggio all’età di 18 anni. Da grande appassionato di cucina, sempre alla ricerca di gusti innovativi, si interessa alla birra artigianale che, grazie alla grande varietà di prodotti che offre, gli dà la possibilità di sperimentare esperienze sensoriali sempre nuove. Durante gli studi di biotecnologia molecolare decide di cominciare a fare le prime cotte. Dopo aver letto il libro “ ” di John J. Palmer, acquista un brewmeister e inizia la sua avventura con una birra prodotta in casa. Subito parte con cotte all grain e starter di lieviti. Il desiderio di sperimentare con birre sempre differenti lo porta in un anno e mezzo a fare ben 70 cotte. “Aprendo un birrificio – racconta Filippo parlando del suo a Cussignacco, Udine – ho potuto connettere le mie passioni: la birra, il cinema grazie al nostro brand, e la scienza con il laboratorio costruito in birrificio”. Lozinsky adora le birre di stampo inglese (bitter, mild, porter), le Neipa e quelle a fermentazione spontanea. In birrificio si lavora su svariati stili, non solo sulle spontanee, ma le birre distintive sono principalmente le pastry sour, le Neipa e la New Zealand pale lager con phantasm (polvere di buccia di sauvignon blanc). La filosofia e la priorità aziendale puntano su equilibrio e bevibilità: ogni birra deve avere il giusto bilanciamento aromatico, indipendentemente da quanto “spinto” sia lo stile. Una birra a cui Filippo è particolarmente legato è la New Zealand pale lager Reality is boring: la freschezza della lager e le note di uva spina del luppolo neozelandese, intensificate dal phantasm, conferiscono una beva incredibile. Un altro aspetto del birrificio è il piacere della sperimentazione: in tre mesi di attività sono nate ben 9 birre. A maggio ne sono uscite tre, a giugno altre due, con l’obiettivo di produrre almeno 2 one shot al mese. Sono poi già in corso diverse collaborazioni, sia in Italia che all’estero. Filippo nasce e cresce in provincia di Udine e ha sempre amato il Friuli, le sue montagne e il mare, la possibilità di trovare a due passi tanti diversi ambienti naturali. E ovviamente si è appassionato alla cucina friulana e ai suoi vini di grande spessore. All’età di 10 anni si deve però trasferire in Polonia. Ma gli resta l’obiettivo di ritornare a casa il più presto possibile: un sogno che si è potuto avverare grazie all’apertura del birrificio. Sicuramente prima o poi il titolare cercherà di sperimentare usando ingredienti del territorio. Si sta infatti valutando un Iga con ceppi di vigna friulani e certamente una birra con aghi di pino e abete. I successi nascono da un intenso lavoro di squadra: Filippo idea le birre, gestisce vendite e controllo qualità. Kacper crea le ricette e cura gli acquisti. Simone, il birraio, segue la produzione, mentre Daniele supporta vendite e magazzino. Il papà, vero tuttofare, è sempre pronto alle riparazioni. Infine, Tania, la contabile, è affiancata dalla mamma di Filippo. Le etichette si basano su idee che vogliono rendere omaggio alla cinematografia e vengono disegnate da un artista francese, Sebastian Ploszaj, che il titolare ha conosciuto in Polonia. Riguardo alla confezione, viene preferita la lattina, più facile da stoccare e trasportare, che assicura inoltre una migliore conservazione della birra, proteggendola dal sole e dall’ossigeno. Inoltre la veste grafica, secondo Filippo, rende decisamente meglio sulle lattine. Alcuni dati sul birrificio: l’impianto è Spadoni, con svariate personalizzazioni. La sala cottura da 27 ettolitri consente di produrre fino a 25 hl alla volta. Ci sono 7 tank di fermentazione e un maturatore, tutti da 30 hl. A questo si aggiungono una stazione di osmosi inversa, una centrifuga, un propagatore di lievito e un laboratorio interno per il controllo qualità. L’obiettivo è comunque ampliare la produzione. Attualmente le consegne sono a livello nazionale, ma è iniziata anche l’esportazione all'estero. Filippo auspica di poter aprire in tempi brevi una birreria in centro a Udine. E tra qualche anno vorrebbe anche una TapRoom dentro il birrificio. Spera inoltre in un veloce ampliamento, acquistando nuovi tank da 60 ettolitri e una macchina inlattinatrice. C’è infine il desiderio di cominciare a produrre birre scure, per il periodo autunno/inverno. How To Brew Wild Racoon Wild Racoon