LA VITE

La vite (Vitis vinifera subsp. sylvestris) è presente in tutto il bacino del Mediterraneo, nell’Europa centro-meridionale e in Medio Oriente da centinaia di migliaia di anni, ma la sua domesticazione è iniziata in tempi recenti, circa 11.000 anni fa nelle aree a sud del Caucaso e in Medio Oriente.
La coltivazione e la progressiva selezione dei semenzali (piante nate da seme) più produttivi ha anche comportato il passaggio da piante dioiche (che hanno gli organi riproduttivi su due piante diverse) a monoiche (che hanno entrambi gli organi riproduttivi sulla stessa pianta, ma in fiori diversi, es. Vitis vinifera subsp. sativa).
Da Oriente, la sua coltivazione si è poi via via spostata verso ovest e si è progressivamente espansa nell’Europa centroccidentale, diventando una delle colture più importanti. Per molti secoli, quindi, la produzione vitivinicola si è concentrata in Francia, Italia, Spagna e in altri territori europei, da cui, a partire dall’inizio del Novecento, si è diffusa in numerosi paesi nel mondo.
A partire dagli anni ‘50, si è assistito a un continuo incremento della superficie vitata in molte parti del mondo, ma la decrescita dei consumi, a partire dagli anni ‘80, ha causato una progressiva diminuzione della superficie vitata, soprattutto in Europa. La superficie coltivata a vite nel mondo ha toccato il minimo tra il 2011 e il 2013, per poi assestarsi intorno agli ettari attuali. Oggi il vigneto mondiale copre circa 7,5 milioni di ettari, dei quali poco più del 50% si trova in Europa; i tre paesi principali, Italia, Francia e Spagna, rappresentano circa un terzo della superficie vitata mondiale e coprono ancora oggi quasi il 50% della produzione vinicola.
L’Italia è il primo produttore mondiale di vino, con una produzione media che negli ultimi anni si è attestata intorno ai 50 milioni di hl/anno, seguita dalla Francia con 45 e dalla Spagna con una produzione media annua di poco meno di 40 milioni di hl/anno, a fronte di quella mondiale media di circa 265 milioni di ettolitri.