Tappatura e confezionamento
L’ultima fase della produzione di un metodo classico che può incidere sulla sua qualità è senz’altro la tappatura. Si sceglie un tappo di sughero di ottimo livello che garantisca non solo resistenza fisica, ma anche elasticità e tenuta. È un tappo composito, in genere costituito da una rondella di sughero monopezzo che va a contatto con il vino e da una parte superiore agglomerata; il diametro dei tappi è lievemente superiore rispetto a quello del collo della bottiglia, cosicché con la compressione si generi un effetto di chiusura ermetica. Data la pressione contenuta nello spumante, una volta inserito nel collo della bottiglia il tappo si deforma, acquisendo la caratteristica forma a fungo. In virtù della sovrapressione interna è inoltre necessario bloccare il tappo, impedendone la fuoriuscita, mediante una gabbietta (muselet) di filo di ferro intrecciato che intrappola il sughero. S’inserisce un piccolo disco metallico (plaquette) sotto la gabbietta per proteggere il sughero da eventuali danni causati dal fil di ferro. Chiusa la muselet, la bottiglia viene scossa con vigore per distribuire in maniera uniforme lo sciroppo di dosaggio. In seguito, si procede al lavaggio e all’asciugatura prima di passare alla vestizione finale (habillage) delle bottiglie con un rivestimento in alluminio che copre il collo e sul quale s’incolla la collarette con il marchio aziendale.
Prima d’immettere le bottiglie sul mercato, si considera qualche mese di sosta in cantina, a temperatura, umidità e condizioni di luce controllate, per stabilizzare il vino all’interno e proporlo nel miglior stato di forma possibile.