Dopo l’impianto, fino ai 2-3 anni la vite cresce, ma è improduttiva. In questo periodo, sviluppando il suo apparato radicale, si prepara per la fase produttiva. Tra il 4° e il 7°-8° anno, la produzione comincia a crescere in quantità e qualità; molte DOCG italiane, per esempio, per il riconoscimento della menzione “Vigna” richiedono almeno 7 anni di vita del vigneto. A partire dall’8°-10° anno, inizia un periodo produttivo piuttosto costante, da un punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, della durata di 20-25 anni, con variazioni più o meno importanti, in funzione del vitigno, del sistema di allevamento, dello sfruttamento della pianta e dell’andamento climatico delle annate. Alcuni vitigni si distinguono per una produttività molto abbondante e costante, come trebbiano, montepulciano, cortese e merlot, mentre altri sono un po’ meno fertili o più irregolari, come nebbiolo, cabernet sauvignon e picolit. Il periodo di massima produttività dura in genere fino ai 35-40 anni, fase di piena maturità della vite, che garantisce la massima quantità e qualità delle uve prodotte.
Superata questa fase, per la pianta inizia un periodo di senescenza, che può iniziare verso i 35-45 anni. L’eccessivo sfruttamento del vigneto e/o l’arrivo di nuovi patogeni e parassiti possono peraltro abbreviarne il ciclo vitale anche di molto.
Ci sono però casi particolari. Se sull’etichetta di qualche vino, soprattutto francese, si legge la dicitura vieilles vignes, in genere s’intende che il vino contenuto è stato ottenuto da viti di oltre 40 anni, che danno meno frutti, ma di grande qualità.
In Europa, la dicitura vieilles vignes o “vigne vecchie” è utilizzata da tempo, ma non esiste una regolamentazione specifica, lasciando di fatto spazio alla libera scelta del vignaiolo.
In altre parti del mondo, come in Australia, esiste un disciplinare che classifica i vigneti in quattro categorie: old vines, con più di 35 anni; survivors, con più di 70; centenarians, con almeno 100 anni; e ancestors, oltre i 125. Si tratta in genere di zone esenti dalla fillossera e quindi di viti a piede franco, di solito più longeve di una vite innestata.
Oltre al ciclo che coinvolge l’intera vita della pianta, la vite percorre un ciclo annuale, che comprende un sottociclo vegetativo e uno produttivo.
Il sottociclo vegetativo inizia in genere tra fine febbraio e inizio marzo, quando l’allungamento delle giornate, con un aumento delle ore di sole, causa il riscaldamento progressivo del terreno. Nella vite la linfa inizia a risalire lungo il tronco e dai punti nei quali si è effettuata la potatura si vedono fuoriuscire goccioline della linfa stessa, fenomeno conosciuto come pianto della vite. In funzione dell’andamento stagionale e della varietà, tra metà marzo e metà aprile inizia il germogliamento. Le gemme si aprono, le giovani foglie si distendono e i germogli si allungano. In questa fase è anche possibile capire se il freddo invernale ha causato danni, che sono evidenti se alcune gemme non germogliano.