Tuttavia, è tra il Quindicesimo e il Sedicesimo secolo che la fortificazione si diffuse: durante i lunghissimi viaggi esplorativi e di colonizzazione delle nuove terre conosciute, attraversando gli oceani, le navi incontravano una moltitudine di climi in grado di alterare le caratteristiche del vino imbarcato e, pertanto, diventava indispensabile ricorrere a escamotage per garantirne la conservazione. Nascevano in quest’epoca i primi prototipi di vini fortificati che furono perfezionati dalla metà del Settecento, quando i
commercianti inglesi imposero la propria presenza sui principali porti del Mediterraneo e, nel contempo, Italia, Spagna e Portogallo diventarono protagonisti indiscussi nella produzione dei vini liquorosi. In questi stati si trovano centri collocabili nella cosiddetta «fascia del sole», situata tra i 32° e i 41° di latitudine nord: tra Madeira – l’estremo meridionale – e Porto – l’estremo settentrionale –, si concentra l’élite dei vini fortificati.

Il Marsala

La Sicilia, tra le altre isole del bacino del Mediterraneo interessate al fenomeno della fortificazione, è probabilmente l’esempio più fulgido di come lo spirito imprenditoriale britannico, inserito in un contesto territoriale a forte vocazione vitivinicola, abbia costruito un modello enologico dal successo e dal fascino imperituri.
I primi sbarchi inglesi nell’isola iniziarono nella seconda metà del Settecento, quando i mercanti britannici, attratti dal commercio di salsola, pianta le cui ceneri venivano utilizzate per produrre soda e, quindi, sapone, si stabilirono in alcuni importanti centri, come Catania, Trapani, Ustica e Marsala.
È qui che nel 1773 sbarcò John Woodhouse, imprenditore lungimirante che, guardando oltre la soda caustica, si avventurò nel commercio del vino e, a differenza dei suoi connazionali, intuì che la terra di Marsala avrebbe potuto dar vita a prodotti affini ai liquorosi Madeira, Porto e Jerez, molto apprezzati e benissimo retribuiti nella madrepatria.
Nel 1774 Woodhouse acquistò 60 botti da 412 litri di vino marsalese, lo fortificò con l’addizione di brandy e spedì il carico in Inghilterra. Il successo fu così grande e gli scambi s’intensificarono al punto da convertire i commercianti britannici al vino. A Marsala nasceva una vera e propria imprenditoria vitivinicola intenzionata non solo a eguagliare la produzione di Madeira, ma a superarla. Nel 1800 l’ammiraglio Horatio Nelson in persona sottopose alla famiglia Woodhouse un contratto che imponeva la fornitura di vino alla flotta inglese e, in seguito al Blocco Continentale di matrice napoleonica, che vietava l’attracco britannico su ogni porto soggetto al dominio francese, rendendo quindi impossibile l’approdo in Portogallo e Spagna, gli inglesi s’insediarono definitivamente a Marsala, rendendolo un vero e proprio protettorato, non solo un avamposto militare strategico.