LA NORMATIVA COMUNITARIA

Gli stati membri dell’Unione Europea hanno il potere di legiferare in materia agroalimentare al fine di evitare frodi nella fase di produzione e commercializzazione, di salvaguardare la salute dei cittadini e soprattutto di tutelare il consumatore sotto l’aspetto della qualità dei prodotti. La legislazione vitivinicola europea discende dall’Organizzazione Comune di Mercato (OCM) per il vino, che si colloca nel più ampio contesto della Politica Comune Agricola (una delle competenze originarie della Comunità Europea).

Le normative comunitarie comprendono tre tipi di fonti:

  • i regolamenti (reg. com.), gruppo o più gruppi di norme che legiferano in specifiche materie, dal sistema di mercato e di scambio della produzione vitivinicola al sistema di etichettatura, alla definizione delle classificazioni dei vini prodotti in regioni determinate e altro ancora; nel diritto dell’Unione Europea, costituiscono una fonte primaria all’interno dei singoli ordinamenti nazionali: il regolamento prevale in ogni caso sulla legge ordinaria;
  • le direttive (dir. com.), che definiscono vincoli sugli effetti delle norme, senza occuparsi delle competenze sulle forme e sui mezzi di applicazione delle stesse; obbliga gli stati membri a un determinato risultato e il legislatore nazionale sceglierà i mezzi per ottenerlo;
  • le decisioni, che operano in un ambito più ristretto ed esprimono vincoli validi soltanto per i soggetti destinatari.