LA GESTIONE DELLA SALUTE DEL VIGNETO
La vite europea (Vitis vinifera) è una pianta che si è evoluta in ambiente mediterraneo, per cui soffre il freddo invernale eccessivo (oltre –18 °C), le gelate primaverili (oltre –1,5 °C), ma anche le temperature troppo elevate e la prolungata siccità, che possono provocare stress idrici gravi, e le eccessive piogge, che nei terreni in prevalenza argillosi possono causare fenomeni di asfissia radicale.
Inoltre, batteri, virus, funghi e insetti, attaccando le radici, il tronco, le foglie e i frutti della vite, possono indebolire la pianta o danneggiare la produzione, così come le carenze nutrizionali del terreno, le concimazioni troppo abbondanti e gli eccessi produttivi.
Per esempio, un eccesso di potassio, su varietà sensibili, può causare la carenza di calcio e magnesio, con un conseguente disseccamento del raspo, oppure un apporto troppo abbondante di azoto può provocare un eccessivo rigoglio vegetativo a discapito della qualità e un aumento della sensibilità alle malattie.
Sempre più spesso, non solo in viticoltura biologica, si ricorre a concimazioni organiche con letame, sovesci (semina e successivo interramento di specie erbacee diverse) o compost di origine vegetale. Questi prodotti, oltre ad apportare molte delle sostanze nutritive necessarie alla vite, aumentano la capacità di scambio del terreno e facilitano quindi l’assorbimento degli elementi minerali.
L’apporto di sostanza organica può quindi evitare o ridurre l’utilizzo di concimi minerali, anche se a volte l’integrazione mirata degli elementi presenti in scarsa quantità o il cui assorbimento è bloccato da altri più competitivi aiuta la pianta a superare le carenze, che sono da considerare come vere e proprie malattie.
La peronospora, l’oidio e le malattie del legno, come il mal dell’esca, sono alcune tra le patologie fungine più pericolose per la vite. La peronospora, causata dall’oomicete Plasmopara viticola, è più presente nelle aree con clima umido e nelle annate con
molte piogge, mentre l’oidio predilige climi e annate meno piovosi, più caldi e afosi.
Le malattie fungine del legno sono presenti in quasi tutte le aree di coltivazione della vite e sono in preoccupante aumento, sia come incidenza sia come numero di patogeni coinvolti.
Situazione a sé è quella della Botrytis cinerea che, come tutti gli altri funghi, in genere danneggia l’uva, con gravi perdite quantitative e qualitative, ma che in un particolare tipo di sviluppo e in condizioni climatiche adeguate, contribuisce alla produzione di grandi vini da dessert e non solo (marciume nobile).