Le prime etichette di vino conosciute risalgono ad almeno 1500 anni prima di Cristo e sono state trovate in alcune tombe egizie. Sulle anfore in cui il vino era conservato c’era un’iscrizione dettagliata con annata, regione di provenienza, tipo di vino, valutazione della qualità, produttore e proprietario del vigneto. Nel Medioevo si usavano piccole placche di osso, porcellana o metallo, sulle quali era inciso il nome del prodotto applicate ai contenitori di terracotta. Le placche di metallo erano anche le etichette delle prime bottiglie di vetro e riportavano il nome del vino e l’annata di produzione. Le prime vere etichette di carta furono create dai produttori di champagne, ma è solo con l’invenzione della macchina per litografare, a inizio Ottocento, che l’etichetta stampata si diffonde in tutta Europa. Il rettangolo diviene la forma standard per le etichette dei vini, poiché massimizza lo spazio disponibile per le informazioni e le illustrazioni e semplifica le operazioni di stampa. Per trovare il primo esempio di controetichetta si deve invece risalire ai primi del XIX secolo, quando si cominciò ad apporre sulle bottiglie un piccolo rettangolo di carta sul quale venivano riportati l’anno della vendemmia, dell’imbottigliamento e una breve descrizione delle tecniche enologiche allora impiegate. L’etichetta e la legge L’etichetta è quindi un mezzo di comunicazione diretta tra il produttore e il consumatore finale. Da un lato serve a tutelare il consumatore, fornendo informazioni essenziali che ne facilitano le scelte senza indurlo in errore. Per questo motivo, non deve riportare informazioni ambigue, ma dati corretti e pertinenti. Dall’altro lato, l’etichetta è fondamentale per il produttore, che può trasmettere tutte le informazioni di base del vino e aggiungerne altre, su base volontaria, che ritiene possano essere utili per incoraggiare l’acquisto del suo prodotto. In base a quanto previsto dalla normativa vigente, per etichettatura s’intendono i termini, le diciture, i marchi di fabbrica o di commercio, le immagini o i simboli figuranti su qualsiasi imballaggio, documento, cartello, etichetta, nastro o fascetta che accompagnano un dato prodotto o che a esso si riferiscono; mentre per presentazione s’intende qualsiasi informazione trasmessa al consumatore tramite il confezionamento del vino, inclusi la forma e il tipo delle bottiglie. Un vino deve riportare in etichetta le indicazioni obbligatorie previste dalla legge, ma, come si è detto, sulla stessa bottiglia possono figurare altre indicazioni facoltative, purché rispondenti alla normativa. Le indicazioni obbligatorie, relative al titolo alcolometrico volumico effettivo, all’origine, alla capacità del recipiente e alla classificazione in base al tenore zuccherino (solo per i vini spumanti, come Brut, Extra Brut ecc.) devono figurare sul recipiente , in modo da poter essere lette senza doverlo girare e devono essere presentate in caratteri indelebili e distinguibili con chiarezza dall’insieme delle altre indicazioni scritte e dei disegni. Le indicazioni obbligatorie e facoltative, se espresse in parole, possono essere scritte in una o più delle lingue ufficiali dell’Unione Europea. nello stesso campo visivo