LA PRODUZIONE

In questo capitolo cercheremo di osservare le materie prime dal punto di vista del mastro birraio. Sarà infatti grazie alle sue tecniche produttive e al suo occhio vigile sul processo che si potrà giungere al mosto desiderato e quindi alla birra.
La parte iniziale del processo di produzione della birra è la stesura della ricetta che si vuole realizzare. Gli aspetti da tenere in considerazione sono tantissimi, dal colore desiderato alla gradazione alcolica, la quantità e qualità di amaro, la densità, il corpo, il grado d'intensità e l'equilibrio. Per non parlare dell'effervescenza, della persistenza e dell'eventuale affinamento o maturazione.
Il mastro birraio può ricercare tutte queste caratteristiche in tre modi differenti. Può rifarsi a uno degli stili di birra riconosciuti a livello internazionale, seguendo le linee guida di organismi come il BJCP (Beer Judge Certification Program), ente statunitense che si prefigge di raccogliere e catalogare tutti i principali stili di birra prodotti nel mondo (Pils, IPA, Stout…), inserendone di nuovi man mano che la sperimentazione prosegue e stando così al passo con i tempi.
La seconda opzione prevede la possibilità di "miscelare" caratteristiche appartenenti a uno stile con quelle di un altro creando così ibridi di grande valore (es.: Hoppy Blanche). Se riprodotti dai birrifici perché ritenuti interessanti, questi ibridi verranno probabilmente inseriti in futuro a tutti gli effetti tra gli stili riconosciuti (es. Weizen Bock).
La terza possibilità prevede uno sforzo un poco maggiore da parte del birraio e comporta la totale invenzione di una birra partendo da zero, non seguendo quindi alcuna linea guida prefissata da altri. Si tratta di autentiche novità, invenzioni del birraio che in AIS ci piace definire come "birre arlecchino". Lo sforzo in questo caso è maggiore, per realizzare un prodotto che sia unico nel suo genere, al tempo stesso centrando l'equilibrio gustativo desiderato.