ALCUNI TRA GLI AMARI PIÙ COMUNI

Amaro Averna: proveniente dall'abbazia benedettina di Caltanissetta, basato sui sapori del territorio, sembra poi essere stato donato a tale Averna in cambio di un sostegno per il mantenimento dell'abbazia stessa. La produzione è diventata via via più significativa a partire dal 1868; nel 2019 è stata creata una Riserva dedicata al fondatore.

Amaro Lucano: nato come digestivo in un bar della provincia di Matera, la sua storia inizia verso la fine dell'Ottocento; fu proprio il successo della ricetta a far iniziare ben presto una produzione industriale.

Amaro Montenegro: in origine era un elisir di erbe a scopi medicamentosi, poi trasformatosi in produzione industriale di apprezzato successo. Fu dedicato a Elena di Montenegro in occasione del suo matrimonio con Vittorio Emanuele III di Savoia.

Amaro Pratum: il nome richiama i prati stabili delle montagne venete e le loro erbe spontanee, quali camomilla, menta, timo, salvia, tarassaco, piantaggine, genziana, cardo mariano, achillea e altre; oggi viene prodotto nella versione biologica ed è affiancato da altri due amari di erbe e fiori ed erbe e spezie.

Amaro Ramazzotti: di antica tradizione meneghina, simbolo degli anni Ottanta milanesi, trova origine in una ricetta di una famiglia bolognese trasferitasi nel capoluogo lombardo.

Braulio: nato nella Valtellina della seconda metà dell'Ottocento, prende il nome dal monte sul quale venivano raccolte le preziose erbe che costituiscono la ricetta. Anch'esso nato come prodotto lenitivo dell'apparato gastrico, ben presto si trasformò in grande produzione per il crescere della richiesta.

Borsci San Marzano: creato da una famiglia di etnia arbëreshë (albanese italiana), prende origine da un'antica ricetta albanese.