Génépy: questo liquore proveniente dall'infusione di molteplici erbe, tra le quali prevale l'artemisia (génépy bianco), rimanda alle tradizioni alpine delle aree piemontesi, valdostane e francesi. Nella classificazione di recente ottenuta come prodotto a Indicazione Geografica, quest'essenza, raccolta oltre i 2000 m di quota, dev'essere presente per almeno l'85% del composto di base. Ben diverso il prodotto realizzato con erbe raccolte a quote inferiori.
Limoncello e mandarinetto: data la loro straordinaria produzione di agrumi di qualità, nelle regioni del Sud Italia non poteva mancare la produzione dei migliori liquori a base di scorze di agrumi prodotti al mondo. Le bucce degli agrumi sono utilizzate attraverso macerazioni, anche lunghe, in alcol buon gusto ad alto grado per permettere la solubilizzazione degli oli essenziali in esse contenuti. Dopo la macerazione si procede alla filtrazione e alla composizione del liquore con aggiunta di acqua e zucchero. Ormai prodotto anche in famiglia in tutto il mondo, continua a godere della fama e del privilegio di essere un grande liquore italiano.
Maraschino: assimilato ai liquori italiani, questo prodotto, ricavato dalla distillazione dell'infusione delle ciliegie marasche, ha in effetti origine in Dalmazia (regione posta sulla costa orientale del mare Adriatico).
Mirto: la produzione del liquore si colloca in Sardegna e Corsica, dove questa pianta dona una bacca resinosa che contiene un olio balsamico, da sempre usato per le sue straordinarie proprietà. La durata della macerazione e la concentrazione in alcol necessaria all'estrazione degli oli non sono regolamentati, lasciando così la libera espressione di ogni ricetta tradizionale, nella quale possono concorrere anche piccole percentuali di foglie della pianta. Di recente il mirto di Sardegna è stato tutelato da una IGP. Come nei liquori a base di agrumi, anche in questo caso l'estrazione degli oli produce una colorazione tipica data dagli antociani presenti nelle bacche.
Nocino: è ottenuto dalla lunga macerazione alcolica del mallo di noce e la sua origine affonda nella produttiva provincia di Modena. Oltre alle noci possono concorrere mandorle, cannella, limone e garofano. Anche il nocino gode di un disciplinare di produzione europeo che impone una percentuale in alcol svolto di almeno il 30% e di zucchero superiore ai 100 gr/l. Esistono leggende sulla produzione del nocino: le migliori noci erano raccolte solo di notte, dalla donna più esperta, la quale avrebbe dovuto poi lasciarle esposte alla rugiada; la meticolosa cura successiva doveva portare al compimento delle operazioni entro il 31 ottobre di ogni anno.