Calici
A partire dall'ultimo quarto del Ventesimo secolo (in Italia anche grazie alla nascita dell'Associazione Italiana Sommelier), si è compreso che il vino non è solo una bevanda, ma è un concentrato di culture, tradizioni e sapere. Per valorizzare questo bagaglio i calici da vino si sono adattati ai tempi, passando dalla sola distinzione di volume, un po' più grandi per vini rossi e più minuti per vini bianchi, a veri e propri strumenti realizzati in modo sartoriale, elaborati a partire dalla fisiologia dei vini e dal loro riflesso sugli organi di senso. Il calice è da sempre segno distintivo di appartenenza a certe classi sociali; le dimensioni, i colori e i decori delle collezioni museali di cristalleria appartenute a famiglie aristocratiche o altolocate ne sono la testimonianza. L'Italia stessa, grazie alle capacità dei maestri vetrai veneziani, ha permesso al mondo di conoscere le meraviglie di vetro e cristallo.
Pur concedendosi alcune licenze estetiche, nella scelta del calice vanno osservate alcune regole generali. Il materiale dev'essere rigorosamente vetro di ottima trasparenza, per permettere di traguardare i vini e apprezzarne gli elementi dell'esame visivo. Viene chiamato cristallo il vetro che contiene almeno il 24% di ossido di piombo (o più per il cristallo superiore), che dona al vetro una straordinaria trasparenza e permette di realizzare bicchieri dalle pareti molto sottili, al prezzo però di un'elevata fragilità. Molto diffuso è il vetro sonoro superiore, con minor (o del tutto assente) ossido di piombo, ma con presenza di altri ossidi e una brillantezza del tutto simile al cristallo e peso più contenuto, oltre a una maggiore resistenza agli urti o alle sollecitazioni di un utilizzo frequente.
Ogni calice si compone di tre parti: il bevante, lo stelo e la base di appoggio. Lo stelo ha lo scopo di allontanare il palmo della mano dalla bocca del bevante (chiamata anche centellino), per non interferire con la temperatura e con aromi diversi da quelli del vino, che potrebbero provenire anche dalle nostre mani.