Pur con tutti i limiti del caso, vista la stesura di questo decalogo in un'epoca diversa per produzione vinicola e per tipologia di cucina, alcune indicazioni possono essere prese come riferimento e inserite in un elenco che funge da primo approccio per provare a creare una successione corretta di vini, a tavola come in assenza di cibo, per far sì che la crescita delle sensazioni li valorizzi, potendo godere dei più delicati e semplici prima senza mortificarne le caratteristiche con una successione inadeguata. Quanto riportato non può e non vuole essere vincolante: come già detto, bisogna conoscere ogni bottiglia per sapere come sfruttarne appieno il potenziale. Questo significa che, muovendo i primi passi in questo settore, ci s'imbatterà in svariati errori, grazie ai quali si accumulerà l'esperienza per non ripeterli in seguito.
- Servire prima i vini dalla complessità ridotta e poi quelli più articolati.
- Servire prima i vini dal corpo delicato e poi quelli più robusti.
- Servire prima i vini da vitigni neutri e poi quelli da vitigni semiaromatici o aromatici.
- Servire prima i vini con minor alcol e poi quelli con il titolo alcolometrico più elevato.
- Servire prima i vini di minor tannicità e poi quelli più astringenti.
- Servire prima i vini secchi e poi quelli con residuo zuccherino, con quantitativo crescente.
Cercando di dare un senso alle indicazioni sopra citate, si possono prendere in considerazione le varie tipologie e categorie di vini ed elaborare una scaletta per una logica successione. Giudice ultimo è però il palato del degustatore. Si raccomanda quindi di testare tutte le bottiglie a disposizione prima di ogni degustazione, in modo da creare la successione adeguata, che possa valorizzare tutte le etichette.