Una foto che rappresenta un vero e proprio spartiacque tra le due vite di mio padre: lui che, tenendo un comizio, inizia il suo percorso di rinascita e di rivincita sul suo recentissimo passato ma che proprio da quel passato prende forza e vigore, nonostante la magrezza del suo fisico essendo trascorsi soltanto undici mesi dal suo rientro dall’inferno. Si vede la piazza di Cardona, il paese del suo futuro fedelissimo segretario Luigi Quarello, piena di gente con bandiere della Democrazia Cristiana, tanti uomini con il cappello, si usava così, nonostante il caldo che ci doveva essere, tantissimi ragazzini apparentemente interessati e comunque disciplinati a dare il senso della comunità; soltanto un po’ più indietro, molte giovani donne con le classiche acconciature di quegli anni, capelli mossi, ricci e vaporosi, con onde morbide e riga laterale, con le quali iniziavano a dimostrare la loro ormai prossima emancipazione. Mio padre indossa un vecchio vestito, probabilmente l’unico in suo possesso in quel momento, che non riesce a riempire, soprattutto i pantaloni molto flaccidi e sdruciti, ma, nonostante il suo peso corporeo a mio avviso non dovesse superare i 55 o 60 chili, il piglio è deciso e convinto, direi addirittura energico, con la mano destra che gesticola con veemenza, tanto da risultare l’unico elemento mosso della bellissima foto del fotografo casalese Torielli, laboratorio in via Lanza. E la mano invisibile sottolinea l’eloquio sicuramente fluente.