Dico a livello europeo perché il più grande agronomo e studioso di agricoltura e poi grandissimo giornalista dell’epoca, Giuseppe Antonio Ottavi, originario di Ajaccio in Corsica, nel 1851 fu chiamato, su proposta del Lanza nell’ambito del Consiglio Provinciale Casalese, a dirigere la “Cattedra di Agricoltura”, istituita proprio in quell’anno presso Palazzo Nemours in piazza Castello. Iniziarono così le sue famose “lezioni tecnico – pratiche”, che tanto prestigio seppero riflettere sull’Istituto Leardi dove convenivano da ogni parte d’Italia studenti, insegnanti ed agricoltori per udire la dotta, pratica e convincente parola del popolarissimo maestro di agricoltura. Teniamo presente, per sottolineare l’importanza eccezionale del Monferrato in quegli anni, che in tutta l’Italia, che allora rappresentava ancora solo una “espressione geografica”, tali tipi di insegnamento non erano più di dieci. “Papà Ottavi”, così com’era chiamato da amici e vitivinicoltori, oltre che grande agronomo ed educatore (si può ben affermare che con le cosiddette “Cattedre Ambulanti di Agricoltura” inventò e diffuse l’assistenza tecnica nel settore agricolo), fu anche un grande giornalista e divulgatore. Il 1° gennaio del 1855, stampato a Casale, vide infatti la luce “Il Coltivatore”, in assoluto uno dei primi giornali agricoli del nostro Paese, “un giornaletto di agricoltura pratica, scritto in stile semplice e piano” che è invece passato letteralmente alla storia per la sua capacità di innovazione nella divulgazione giornalistica e come strumento strategico per la diffusione delle più importanti pratiche agricole, assolutamente funzionali all’intero sviluppo economico della società dell’epoca.