Paolo Desana, dopo aver approfondito come tutte le proposte precedenti venivano portate avanti da una parte della filiera del vino che altre parti della stessa si impegnavano a distruggere come una “tela di Penelope”, inizia a tessere, come giornalisticamente venne poi definita, una vera e propria “tela del ragno”: da subito vengono intrapresi e consolidati importanti rapporti con i grandi esperti vitivinicoli del tempo, da Giovanni Dalmasso, allora Presidente della Accademia Italiana della Vite e del Vino, Claudio Marescalchi, figlio di Arturo, ed altri personaggi come Giovanni Dettori, Antonio Niederbacher, Italo Cosmo ed i rappresentanti nazionali delle Organizzazioni Agricole di categoria e del mondo delle Cantine Sociali. Il 10 maggio 1960 presenta già una organica proposta di legge per la “Definizione e Disciplina dell’impiego delle denominazioni di origine dei mosti e dei vini”, il Governo presenta poi per la terza volta al Senato una propria proposta di legge l’11 aprile 1961 che vede come primo firmatario Paolo con i Senatori Ferrari e Militerni.