E questa situazione di inconsistenza, tra l’assoluta indifferenza generale, si sta protraendo da anni e sta portando purtroppo con decisa gradualità alla diminuzione della produzione: i numeri di riferimento sono Barbera del Monferrato 4 milioni di bottiglie con il 20% in meno negli ultimi dieci anni, Barbera d’Alba 10 milioni di bottiglie con un +35%, Barbera d’Asti 20 milioni di bottiglie con un +20% con la tipologia “Superiore” a 5 milioni di bottiglie in continuo e sicuro incremento. Ma soprattutto ad un evidente decremento di presenza e d’immagine di questo vino importante, con il territorio monferrino che, a differenza di quasi tutti gli altri, resta privo di uno dei suoi più significativi strumenti di promozione.
Ne sono assolutamente certo, mio padre sarebbe profondamente deluso di questa situazione, proprio qui dove è nata la DOC!
Ancora un appunto: abbiamo citato poco fa le due DOC legate al vitigno Grignolino, Monferrato Casalese ed Asti, promosse alla denominazione agli inizi degli anni ’70. Avendo letto sull’argomento alcuni articoli giornalistici firmati da mio padre proprio negli anni o mesi precedenti alla approvazione dei rispettivi Disciplinari di Produzione, posso confermare che l’obiettivo che veniva auspicato era quello di una unica DOC del “Grignolino del Monferrato” che comprendesse entrambe le aree, per altro di ampiezza molto contenuta, che poi avrebbero potuto ulteriormente differenziarsi a livello di sottozone con le proprie specifiche caratteristiche di qualità.