Sperando che quà e là il nostro racconto abbia suscitato qualche stimolo ed interesse ci avviamo al termine della narrazione.
Ma di una frase di mio padre, cui avevo già fatto precedente cenno, voglio ancora dire perché mi sembra semplicemente bellissima: i primi sintomi del male compaiono in modo evidente nel luglio del 1990, Paolo non può completare il suo ultimo scritto che vuole intitolare “come eravamo vestiti” nel lager nazisti e dopo l’operazione al cervello dell’agosto di quell’anno al Besta riesce comunque a vivere ancora alcuni mesi con una certa serenità, fortunatamente senza importanti dolori o almeno lui non lo dette a vedere; in più di una occasione, con la fragilità tipica della malattia che aveva messo in un angolo il carattere un po’ serioso e in fondo timido, in quel periodo più volte si rivolse a mia madre Lena dicendo: “Senza di te non sarei stato nessuno”. Credo che, nonostante la situazione, sia stato il più bel regalo che potesse fare a Lena che per tutta la vita si era dedicata a lui con passione, condivisione, stima e rispetto.
