Paolo a partire dal primo lager fu lo “stuke”, pezzo, numero 40108. In questi luoghi per i quali, a mio avviso, non esistono aggettivi sufficientemente ed umanamente adatti a definirne in modo completo le caratteristiche, fu “concentrato” un numero enorme di giovani militari italiani, così grande che ancora oggi, quando accade di parlarne ad un pubblico mediamente vasto, si ritrovano parenti, normalmente nipoti o cugini, che riferiscono di ricordare di aver avuto un congiunto o un conoscente che ha subito quella tragica esperienza.
