Ma c’è anche un’altra fondamentale peculiarità in questo importante pezzo di storia italica: una delle motivazioni per cui è ancor oggi molto poco conosciuta o addirittura sconosciuta deriva proprio dal fatto che gli stessi protagonisti, gli IMI sopravvissuti, non ne abbiano volutamente parlato per quasi quarant’anni e molti di loro addirittura non lo fecero mai neppure con i parenti più stretti. Paolo Desana, come abbiamo detto all’inizio della nostra storia, ne ha parlato per non più di mezz’ora ai membri della famiglia accorsi per il suo ritorno e poi disse che non ne avrebbe parlato più: cosa che fece appunto per quasi quarant’anni.
Credo, dopo aver letto molto per tentare di capire e spiegare questo fenomeno apparentemente stranissimo, che si potrebbe sintetizzare con una frase: COME SI FA A VIVERE ALL’INFERNO E POI RITORNARE INDIETRO A RACCONTARLO! Uno dei più bravi ed importanti attori della storia del teatro italiano Gianrico Tedeschi, anche lui Internato Militare Italiano recentemente scomparso alla tenera età di cento anni, affermava che la loro esperienza fu così pazzesca e fuori dalla credibilità di ogni persona umana dotata di razionalità che per raccontare poco o in parte tanto valeva non raccontare nulla.