GAVIVIGNE DI SAN MARTINO
GIORDANO LOMBARDO

M

ettere in una prospettiva gerarchica aree produttive diverse – per clima, giacitura ed età delle vigne, composizione del materiale ampelografico, tradizione colturale, tecniche di vinificazione ed affinamento, modello stilistico, e quant’altro – è indubbiamente ingeneroso. Di più: introduce una distorsione prestazionale ignota al mondo del vino vero. Il mondo del vino inteso non come una merce, misurabile in altezza, larghezza, peso, ma come soggetto portatore di valore e di principi di identità irrinunciabili. Bello, eh? Senonché ci troviamo qui a fregarcene, tenuemente e rispettosamente, di tali profonde e incontrovertibili verità, in nome della libertà di dire ciò che pensiamo; fosse pure una solenne castroneria. E quindi, con tutto il rispetto, osiamo: non poche aree produttive bianchiste – a essere sinceri, nemmeno molte – possono rivendicare il primato di firmare i bianchi più complessi e longevi d’Italia; ma nella nostra esperienza degustativa nessuna supera gli esiti migliori del territorio di Gavi.

Qui nascono bianchi di luminosa espressività, tesi come il mi di un violino all’olfatto e vere locomotive come forza motrice al palato

Casomai, li pareggia. Qui nascono, al netto di periodi di appannamento e di oggettiva minor ispirazione delle aziende, come i decenni Ottanta e Novanta del secolo scorso, bianchi di luminosa espressività, tesi come il mi di un violino all’olfatto e vere locomotive come forza motrice al palato. Una descrizione che si adatta in buona misura al Gavi Vigne di San Martino di Giordano Lombardo: dove Giordano è il nome di battesimo, beninteso. Da una vigna a circa 300 metri di altitudine, su suolo vulcanico, coltivata in regime biodinamico, ha il carattere di un vero Gavi, in un registro appena più largo nello spettro aromatico – dove affianca alle tipiche note minerali e di limone sfumature più paciose di camomilla e pesca matura – ma affilato e coerentissimo al palato. Nota di merito finale, regge molto bene l’aria: dopo tre giorni il fondo della bottiglia è ancora vivo e vegeto.