La monetazione dell’antica Roma ha un’origine “pennuta”, almeno nell’etimologia. È strettamente legata a oche e galli. Come sarebbe? Sarebbe così: nel 390 avanti Cristo i Galli Senoni di Brenno giunsero fino a Roma e la cinsero d’assedio.
Per un enofilo vero una loro bottiglia dovrebbe essere utilizzata come unità monetaria:
Ho comprato quattro etti di ottimo prosciutto iberico, mi è costato solo due Grignolino Buzio
Una notte, mentre gli assedianti cercavano di penetrare in città furtivamente, le oche sacre alla dea Giunone, il cui tempio sorgeva sul Campidoglio, cominciarono a starnazzare, dando l’allarme e sventando la minaccia. Fu così che a Giunone in segno di riconoscenza fu dato l’epiteto di “Moneta” (dal latino monere, avvisare, mettere in guardia), vale a dire di “colei che avverte”. Distinto da quelli più volgari di denaro e pecunia, il concetto di moneta ha in sé un senso più complesso e – almeno stando all’altezza del colle capitolino – più elevato. Tutto suggestivo fin qui, ma che c’entra con il Grignolino della famiglia Buzio? C’entra eccome, perché per un enofilo vero una loro bottiglia dovrebbe essere utilizzata come unità monetaria: «Ho comprato quattro etti di ottimo prosciutto iberico, mi è costato solo due Grignolino Buzio». «Hai provato il nuovo locale di Massimo Frittura? Ci sono stato ieri con mia moglie, abbiamo mangiato benissimo e abbiamo speso solo sei Grignolino Buzio e mezzo» [mezza bottiglia, ndr].
Il Grignolino che produce – in regime di agricoltura biologica, tramite una vinificazione semplice e un affinamento solo in acciaio – quest’azienda del Monferrato Casalese è infatti una sorta di punto d’equilibrio tra stili e modelli produttivi i più diversi. Ha buona struttura, però la distribuisce allungandola e tendendola più che addensandola a centro bocca; ha profumi giovanili, però percorsi da una sottile vena autunnale che gli dona un accenno – solo un accenno, en vin jeune – di complessità; ha sapore vitale e fruttato, però sfumato da lati più ombrosi di liquirizia, erbe amare e spezie. Non è dunque un vino di monumentale ricchezza gusto-aromatica, è diretto e franco, ma non manca di sfaccettature. Una perfetta unità di misura eno-monetaria, insomma.