COLLI ORIENTALI DEL FRIULI SCHIOPPETTINO
LE DUE TERRE

Kubrick sosteneva che le idee migliori per un film gli venissero quando andava in bagno. Cioè quando smetteva di pensarci. E Paolo Nori rincara la dose: non solo le idee migliori arrivano quando non ci pensiamo, quando non ci stiamo sforzando per farcele venire, ma più in generale «per scrivere, sia libri che film, è bene prendersi delle gran pause». E per fare un vino? I viticoltori lamentano spesso che con una sola vendemmia l’anno non c’è abbastanza tempo per esplorare tutte le prove e gli esperimenti necessari: ma se fosse vero anche il contrario? Lo Schioppettino targato Le Due Terre ama prendersi delle gran pause. Intendiamoci: non è che Flavio Basilicata e sua figlia Cora raccolgano l’uva schioppettino una vendemmia ogni tanto. Siamo pur sempre a Prepotto, che del vitigno è luogo d’elezione, e l’azienda di Silvana Forte e Flavio Basilicata ha da sempre affidato a questo autoctono un ruolo di primo piano, facendone il coprotagonista (insieme al refosco) del proprio rosso/bandiera, chiamato Sacrisassi. Solo che il Sacrisassi nasce come uvaggio, il suo progetto prevede che le uve siano raccolte e vinificate insieme. Sempre? Quasi sempre. Nelle vendemmie complicate, infatti, quando la maturazione si fa più problematica, lo schioppettino impone un supplemento di attenzione e di pazienza, e una parte delle uve segue una strada diversa da quella del consueto blend. Così nel 2014, a fronte di un’estate fresca e piovosa, si è atteso fino al 7 ottobre per vendemmiare lo schioppettino, che ha poi sostato quattro settimane sulle bucce, ventuno mesi in botte, ed è in bottiglia da oltre un anno, nella speranza che Flavio ceda alle pressioni di clienti e amici e si decida a metterlo in commercio prima del 2019.

Per scrivere, sia libri che film, è bene prendersi delle gran pause. E per fare un vino?

Per quello che vale, a noi il vino è sembrato già pronto e anzi buonissimo, altro che figlio di un dio minore: la consueta espressività aromatica declina con eleganza note di pepe e visciola, la dinamica gustativa è spontanea e rinfrescante. Questa “gran pausa” (per l’ultimo Schioppettino aziendale bisogna risalire alla vendemmia 2010) sembra dunque avergli giovato; e quando Cora ci ha confidato di essere alla ricerca di una vigna di schioppettino, per produrne con regolarità tutti gli anni, quasi non sapevamo se essere contenti o meno.